In una interpellanza parlamentare firmata Udc vengono formulate alcune lucide e innovative questioni sulla cosiddetta pillola abortiva (Martedì alla Camera interpellanza parlamentare Udc su RU486, IMGPress, 9 giugno 2006):
A che punto è la ricerca sulla pillola abortiva RU 486? Quali rischi comporta l’assunzione di questo farmaco visto che a sottolinearli è lo stesso Etienne Emile Baulieu, padre della pillola? Come si concilia questo metodo di interruzione della gravidanza con la legge 194 del 1978 che esclude l’aborto come mezzo di controllo delle nascite? Questi i fondamentali interrogativi contenuti in una interpellanza rivolta al Ministro della Salute da un gruppo di deputati dell’UDC, tra cui il capogruppo alla Camera, Luca Volontè. L’interpellanza sarà discussa martedì pomeriggio nell’aula di Montecitorio.Prima di proseguire mi domando se Volontè ritenga la RU486 un mezzo di controllo delle nascite: se così fosse è bene ricordargli che la RU486 è invece un modo di interrompere la gravidanza alternativo all’aborto chirurgico. Pertanto deve trovare un altro argomento per attaccare la RU486.
Nella loro interpellanza Volontè e gli altri parlamentari dell’Udc che hanno sottoscritto il documento rilevano innanzitutto che l’11 maggio scorso la Food and Drug Administration ha organizzato ad Atlanta un convegno sul batterio – il clostridium sordelli – che “ha ucciso cinque donne statunitensi ed una canadese che avevano scelto di abortire con il metodo chimico” e dall’autopsia di una delle defunte, fatta effettuare dal marito, è emerso “un caso taciuto o negato che nessuno aveva messo in relazione con la RU 486”. Gli interpellanti osservano poi che il “padre” della pillola abortiva ha fatto presente in una lettera al New England Journal of Medicine che “l’aborto chimico ha tassi di mortalità dieci volte più alti di quello chirurgico” ed aggiungono che la immissione sul mercato statunitense del farmaco “fu forzata dalle pressioni esercitate dall’allora presidente Clinton”. Ricordati i punti salienti (articolo 1 e 8) della legge 194/78 sulla interruzione volontaria della gravidanza “nata per prevenire l’aborto e non per legalizzarlo”, gli interpellanti chiedono al Ministro se non ritenga “affrettate le sue recenti dichiarazioni su una materia così delicata quando nessuna novità scientifica è arrivata riguardo a questo farmaco”.Mi limito ad indicare solo alcuni post di Giuseppe Regalzi che rispondono a tutte le presunte accuse rivolte alla RU486, manifestando anche una certa noia nel dover ascoltare sempre le stesse insensate accuse.
RU486 e infezioni: un primo bilancio.
Il mifepristone, il dr Miech e uno scoop di Bioetica.
La RU486 va al convegno.
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