venerdì 3 novembre 2006

La lista nera di Piergiorgio Odifreddi: Benedetto XVI, Marcello Pera e il Dalai Lama

Forse non dovrei nemmeno perdere 5 minuti a commentare articoli tanto insulsi e costruiti su fondamenta di fango e approssimazione. Ma tant’è, sono qui a commentare il pezzo di Andrea Macco, il cui sottotitolo offre già il fianco alle obiezioni: Lo spettacolo del docente-attore Piergiorgio Odifreddi si è rivelato soltanto un mezzo per attaccare il Papa e i cardinali Bertone e Bagnasco. Soltanto? Io direi che potrebbe bastare, e soprattutto inviterei a capire le ragioni dell’attacco al santo padre, invece di assumere un contegno da signorina offesa (Quando i numeri sono un’arma contro la Chiesa, Il Giornale, 3 novembre 2006).

Il primo della lista nera stilata da Odifreddi è stato Papa Benedetto XVI per il suo asserire che il relativismo è il più grande male del mondo, quando, secondo il docente-attore, il relativismo è una conseguenza intrinseca alla stessa matematica e dunque alla base di un approccio razionale allo studio del mondo e dell’Universo. Peccato che pochi giorni fa, alla conferenza di matematica e filosofia «I paradossi della scoperta scientifica: scienza, filosofia e senso comune in conflitto?», sempre nell’ambito del Festival della Scienza, si giungesse a conclusioni ben diverse circa il relativismo e, senz’altro, più oggettive di quelle sentite sul palcoscenico della Tosse.
Il fatto che qualcun altro abbia sostenuto una posizione diversa o contraria rispetto a quella di Odifreddi non significa assolutamente nulla. È necessario indagare le ragioni per cui Odifreddi sostiene X e altri non X. E poi valutare la tenuta delle rispettive argomentazioni. Non stiamo al mercato ove una mela pesa più o meno come un’altra. Alcune ragioni sono valide e ‘pesanti’, altre valgono quanto un rametto di rosmarino (senza offesa per il rosmarino).
E all’onorevole Marcello Pera, che qualche mese fa si era preso il lusso di difendere la posizione del Papa, Odifreddi rivolge parole irridenti: «Pera è un cognome che deriva dal latino e vuol dire sciocco. Quanto mai appropriato per il fu, per nostra fortuna non più, presidente del Senato».
Qui Macco non si prende nemmeno la briga di spiegare cosa avrebbe detto di sbagliato Odifreddi. Ha forse nostalgia di Pera? Oppure giudica diversamente il fu presidente del Senato? Oppure contesta l’etimologia?
Anche l’interessante parte storica riferita all’abiura di Galileo Galilei e al metodo scientifico da lui introdotto è stata inficiata da pesanti accuse verso l’autorità ecclesiastica: «I mezzi della santa inquisizione sono cambiati, ma i metodi sono sempre gli stessi anche oggi!». E ciò dicendo ha citato quelli che, secondo lui, ne sono i principali propugnatori: l’ex cardinale Ratzinger e l’attuale cardinale, e Segretario di Stato, Bertone. La polemica con la curia genovese, in particolare, va avanti da qualche anno, da quando Bertone aveva espresso delle perplessità su alcuni interventi del Festival; è aumentata di tono con le parole di qualche giorno fa di Monsignor Angelo Bagnasco sul suo non voler partecipare al Festival in quanto troppo laicista.
«E chi lo ha invitato?» ha gridato durante lo spettacolo uno scatenato Odifreddi a cui hanno risposto degli applausi ironici di cui lui stesso si è accorto con un certo risentimento.
“Inficiata da pesanti accuse”: sono infondate queste accuse? Oppure hanno qualche ragione? E poi, ancora con Galileo, suvvia, è passato tanto tempo, perché tirarla tanto per le lunghe? Quanto a “inficiate”, è un sintomo linguistico interessante: un buon detective avrebbe abdotto una lettura (seppure superficiale) di qualche testo scientifico da parte di Macco. Che gli sia rimasta solo una parola è un po’ triste, ma meglio di niente.
Sull’ultima frase di Macco ho qualche difficoltà ermeneutica: Odifreddi avrebbe colto l’ironia negli applausi e si sarebbe irritato? Il mistero aggiunge fascino, proprio come la messa in latino, quindi non ci spingiamo oltre nel cercare l’interpretazione corretta.
Ma non si creda che le polemiche siano solo in ambito cattolico (per quanto qui non mancano davvero): uno dei momenti dello spettacolo è dedicato ad una ipotetica intervista con il Dalai Lama, dapprima elogiato perché fa studiare logica ai suoi adepti per 5 anni, poi irriso perché «è un povero monaco, troppo occupato in questioni senz’altro più importanti per potere venire qui...» e criticato perché crede nella reincarnazione. «Ma almeno con lui ho potuto parlare di logica, con quello di Roma che ben sapete... cosa volete che ne sappia? Per lui conta solo ciò che sta lassù». E giù altre critiche al Vaticano.
Forse il discorso verrà ripreso quest’oggi alle 10 alla sala Maestrale del porto Antico dove si terrà la conferenza dello stesso Piergiorgio Odifreddi «La prova matematica dell’esistenza di Dio di Kurt Goedel». Vedremo se anche qui prevarrà l’impertinenza anziché l’oggettività della Scienza.
Ci risiamo. Prima avevo lasciato correre. L’oggettività della scienza? Suggerirei a Macco di leggersi qualche libro sulla scienza e sulla sua oggettività. Va bene anche un manualetto, per cominciare. Si imparano tante cose interessanti, anche a scrivere nel modo più corretto i nomi (Kurt Gödel), e questo è forse l’unico saldo ancoraggio all’oggettività che tanto a sproposito viene invocata.
Dimenticavo: pure tu, Odifreddi, a criticare il Dalai Lama perché crede nella reincarnazione!! Un po’ di rispetto. E poi, insomma, non ti va proprio a genio nessuno.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Odifreddi è un bravo matematico ma purtroppo ha un'arroganza che rende difficile il dialogo. Quando parla di questioni religiose (che ho letto in varie occasioni e di cui non condivido ne le basi storiche ne le conclusioni) si comporta proprio come tanti esponenti del vaticano che lui critica (non sempre a torto). Espone le sue idee che partono da basi non certe e le mette come le uniche acettabili. da un matematico del suo livello mi aspetto un po' più di rigore e un po' meno luoghi comuni

Anonimo ha detto...

siete gli imam o i vescovi del laicismo

Manq ha detto...

Ciao.
In occasione della due giorni indetta dalla LAV sulla questione delle sperimentazioni animali, ho scritto un po' di riflessioni personali. Mi piacerebbe sentire il vostro parere in merito, se fosse possibile, perchè è una questione su cui dialogare senza dire ovvietà non è facile (io temo di non esserci riuscito).
Ecco il link:

http://elmanq.blogspot.com/2006/11/caro-prodi-corri-pagina-153.html

Grazie in anticipo!

PS: Non seguo molto Odifreddi, ma adoro alcune delle sue interviste a personaggi della storia.

Anonimo ha detto...

Sono finito su questa pagina su segnalazione di un amico. Mi sembra doverosa una sintetica replica.
Non e' colpa mia se Odifreddi dedica tutta una sezione del suo spettacolo a Galileo Galilei, ne' se dice quel che dice. Si vuole negare alla stampa il diritto di cronaca? circa il relativismo potevo mettermi a disquisire sulle singole posizioni ma avrei occupato mezzo giornale da solo e lo spazio concessomi era MOLTO limitato. Il riportare che qualcun altro - nell'ambito dello stesso Festival della Scienza in cui e' intrevenuto Odifreddi - abbia una posizione differente e' un modo per dire che le sue verita' calate dall'alto sono da prendere con le molle! Infine, sull'oggettivita della scienza mi permetto di saperne qualcosa essendo laureato in Fisica e mi permetto di assesrire che essa risiede in equazioni, principi, logici ragionaemnti sulla base di principi, assiomi, dati sperimentali, grafici, leggi interpretative, e via dicendo. Il disquisire di Papa Benedetto e di tutto il repertorio caro al professor Odifreddi che ha a che fare col rigore della Scienza?

Infine una questione linguistica per quanto non sia il mio campo. La dieresi in Italiano non esiste, dunque puo' essere sostituita dal relativo dittongo. Valga per Goedel, al pari di Schroedinger e altri ancora.

Andrea Macco
andrea.macco@libero.it

Chiara Lalli ha detto...

Andrea, ti ho risposto alla tua mail, ma riporto qui le parti relative al tuo commento.

1. Non e' colpa mia se Odifreddi dedica tutta una sezione del suo spettacolo a Galileo Galilei, ne' se dice quel che dice.

Se ti riferisci alla mia frase su Galileo ("E poi, ancora con Galileo, suvvia, è passato tanto tempo, perché tirarla tanto per le lunghe?"), era ironica.

2. Si vuole negare alla stampa il diritto di cronaca?

Assolutamente no, essendo la mia frase di cui sopra ironica non ci sarebbe nemmeno bisogno di rispondere a questa domanda.

3. circa il relativismo potevo mettermi a disquisire sulle singole posizioni ma avrei occupato mezzo giornale da solo e lo spazio concessomi era MOLTO limitato. Il riportare che qualcun altro - nell'ambito dello stesso Festival della Scienza in cui e' intrevenuto Odifreddi - abbia una posizione differente e' un modo per dire che le sue verita' calate dall'alto sono da prendere con le molle!

Sono d'accordo sul fatto che le sue verità siano da prendere con le molle, come tutte le "Verità" (anche se è senza dubbio possibile una gerarchia di solidità delle verità) - quanto intendevo dire è che il principio di autorità vale poco e niente (lo ha detto X, quindi...). Quanto detto, da Odifreddi o da altri, andrebbe analizzato e esaminato indipendentemente dal sostenitore in questione, appunto. E torniamo al mio dire: "Il fatto che qualcun altro abbia sostenuto una posizione diversa o contraria rispetto a quella di Odifreddi non significa assolutamente nulla. È necessario indagare le ragioni per cui Odifreddi sostiene X e altri non X. E poi valutare la tenuta delle rispettive argomentazioni. Non stiamo al mercato ove una mela pesa più o meno come un’altra."

4. Infine, sull'oggettivita della scienza mi permetto di saperne qualcosa essendo laureato in Fisica e mi permetto di assesrire che essa risiede in equazioni, principi, logici ragionaemnti sulla base di principi, assiomi, dati sperimentali, grafici, leggi interpretative, e via dicendo. Il disquisire di Papa Benedetto e di tutto il repertorio caro al professor Odifreddi che ha a che fare col rigore della Scienza?

Sull'oggetività della scienza forse dovremmo capirci meglio: è l'Oggettività che io critico, l'ingenua certezza che si appiglia alla scienza (Heisenberg? etc etc), e credo che su questo siamo d'accordo - l'Assoluto e via di seguito. Quanto a Ratzinger io credo che abbia responsabilità gravissime su tanti fronti, e che lo spazio che occupa è vertiginosamente più ampio di quello che sarebbe opportuno (parlando di scienza, parlando di eutanasia, parlando di reati morali, parlando di IVG, scoraggiando l'udo del preservativo... devo continuare?). Su Pera non spreco altre parole - la sua mediocrità intellettuale è pari solo al suo opportunismo politico, e io credo che esistano dei limiti di decenza che non andrebbero superati. Basta ricordare il Manifesto per l'Occidente per impallidire.

5. Infine una questione linguistica per quanto non sia il mio campo. La dieresi in Italiano non esiste, dunque puo' essere sostituita dal relativo dittongo. Valga per Goedel, al pari di Schroedinger e altri ancora.

Anche i nomi possono essere tradotti. Chi ha dimenticato il Carlo Marx dei manuali scolastici? Preferisco di gran lunga la dicitura del nome originario (quando è possibile, le barriere linguistiche costringono noi a 'tradurre' nomi cinesi e viceversa). Nel caso di Gödel non ci sono barriere insormontabili.

Ciao, Chiara

Unknown ha detto...

E' risaputo che la prova dell'esistenza di Dio di Godel non ha nessuna valenza Cattolico-Cristiana.

Roberto Vacca fornisce una prova matematica della non esistenza di Dio.