mercoledì 10 ottobre 2007

Scandali universitari: la soluzione di Fabio Mussi

Ma quale codice etico? Per favore, Ministro. Basterebbe che i concorsi non fossero farse, che i meccanismi non fossero clientelari, che il criterio unico di avanzamento non fosse ostinazione + possibilità di sopravvivere indipendentemente dagli stipendi da fame universitari, che non ci fossero le orrende sovrapposizioni ai limiti di onnipotenza di incarichi e così via per rimediare allo schifo montante universitario. A che serve stilare un codice di buone maniere se le leggi vengono bellamente ignorate? Vorrei capire: non basta una legge a garantire la decenza, ci riesce un manuale di buone maniere? (Che debba cambiare la mentalità siamo d’accordo, ma il codice etico fa ridere, dài).
Dice Mussi:

Chi non si autodisciplina secondo principi etici e deontologici irrinunciabili danneggia l’Istituzione, costituisce un esempio negativo per i giovani, e infligge una ferita alla stessa funzione del docente, che è delicatissima ed essenziale per la vita del Paese. Il codice può rappresentare un passo avanti.
Sì, come no?

2 commenti:

capemaster ha detto...

stronzata più grossa del Mussi è sui PRIN...
presto ci faccio un post

Chiara Lalli ha detto...

Capemaster, aspetto con ansia (per non dire con angoscia).