Treviso, via dal battesimo del figlio perché la gonna è troppo corta, la Repubblica, 27 giugno 2006:
La gonna è troppo corta per il battesimo e il parroco costringe una giovane mamma a cambiarsi d’abito. È accaduto domenica scorsa a Cavriè di San Biagio di Callalta, in provincia di Treviso, come riferiscono oggi alcuni giornali veneti. La donna ha lasciato in lacrime la chiesa per rientrare, con un abito più morigerato, solo a celebrazione iniziata.Potrebbe venire voglia di sbattezzarsi...
Protagonisti dell’episodio, don Loris Fregona, 42 anni, parroco di e la signora Chiara Marangon. “La mia intenzione principale era quella di proteggere la madre dai giudizi della comunità – spiega il sacerdote –, dato che, nel battesimo, i genitori sono invitati a salire sul presbiterio e si espongono a 300 persone”.
“L’abito di Chiara era assolutamente normale, di Sangallo nero con fiocchetti – racconta Elga Lopresti, una delle amiche della donna presenti alla liturgia – con una gonna quattro dita sopra il ginocchio e con spalle coperte”.
Il parroco racconta che, prima dell’inizio della cerimonia, domenica scorsa, la signora è stata pubblicamente invitata a cambiarsi d’abito perché non consono al decoro richiesto dall’ambiente. “Ho fatto presente il problema una prima volta in forma privata – ha detto il sacerdote – ma invano. Le ho chiesto poi se abitasse lontano dalla chiesa e, appreso che la casa al contrario era a poche decine di metri, l’ho nuovamente sollecitata in modo più perentorio a cambiarsi d’abbigliamento”.
Al momento del secondo richiamo, ha anche spiegato don Fregona, la donna era con il compagno, un’altra coppia di genitori e tre chierichetti all’interno della sacrestia, quindi non davanti alla chiesa piena come è stato scritto da alcuni organi di stampa. “Se qualcosa mi ha infastidito – ha proseguito il parroco – è stata l’indifferenza al primo invito e poi il fatto di non comprendere che la particolare esposizione prevista dal tipo di celebrazione avrebbe potuto comportare il rischio di critiche da parte della comunità”.
La lunghezza della gonna della giovane mamma, infatti, secondo i parametri del parroco, non era sufficiente da consentirle la permanenza in chiesa e per questo Chiara Marangon è stata costretta ad assentarsi dalla cerimonia di battesimo del figlio per rientrare, con un abito più morigerato, solo a celebrazione iniziata. La famiglia ha annunciato l’intenzione di rivolgersi ad uno studio legale.
Secondo l’amica della giovane mamma “il sacerdote le ha rivolto una prima osservazione a celebrazione non ancora cominciata ma poi, di fronte ad altre persone compresa la famiglia di un altro battezzando, le ha intimato di indossare un altro vestito pena la sospensione del rito”.
A quel punto, racconta ancora la testimone, la madre se ne sarebbe uscita in lacrime per ritornare, alcuni minuti dopo, indossando un altro abito, quando il sacerdote aveva dato inizio alla celebrazione. “Quello che ci sconcerta – aggiunge il padre del piccolo Leonardo, Randolfo Limido – non è tanto il rilievo fatto dal sacerdote, il quale all’interno della chiesa ha il diritto di tutelare i requisiti di decoro che l’ambiente richiede, ma il modo pubblico e ricattatorio con il quale si è espresso”.
Sull’eventualità di un incontro chiarificatore con i genitori del piccolo, don Loris ha detto che, da parte sua, non avrebbe nulla per cui giustificarsi: “Sono loro, i genitori, che sono venuti da me per chiedermi cosa sia e come si debba svolgere il battesimo – ha sottolineato – ed io gliel’ho spiegato. Ognuno per il suo mestiere”.
1 commento:
no, un momento: il prete sara' un bigotto, ma lei e' stata estremamente maleducata. se avesse voluto andare al battesimo in minigonna, dopo il primo richiamo durante le prove, bastava semplicemente che scegliesse un'altra chiesa per il battesimo, invece di fare la scena dopo. allora avrebbe avuto anche le mie simpatie. cosi' la trovo solo un'altra di quelle piccole vigliaccate per imporre la propria volonta' e poi tirare fuori la lacrimuccia se non funziona. ho piu' vergogna di lei che del prete.
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