sabato 23 febbraio 2008

Paola Binetti impone il veto (come fosse Bush)

Paola Binetti (I cattolici del Pd in rivolta per le liste, la Stampa, 23 febbraio 2008) dichiara a proposito della candidatura di Umberto Veronesi:

Chiunque si candidi con il Pd deve rispettare la carta dei valori, il codice etico, il programma, [Veronesi è] una medaglia a due facce. In lui c’è tanto dell’uomo di cura quanto dell’uomo che ha assunto posizioni in netto contrasto con la cultura cattolica.
3 righe, 3 sole righe per accumulare una lunga serie di orrori politici e morali. A cominciare dalle condizioni che permettono di pronunciare le parole suddette (anche dal punto di vista meramente strategico). E per finire alla splendida chiusura. Esistono due estremi: la cura (che è buona e giusta) e tutto ciò che è in contrasto con la cultura cattolica (che è cattivo e ingiusto). Qualunque cosa sia in contrasto con la cultura cattolica è cattiva e ingiusta; quindi la cultura cattolica è il bene unico. Magari è banale come scoperta (da parte mia, intendo). Però è sorprendente che sia un metro di giudizio politico ammesso. O non troppo osteggiato.
E chi sia il diretto interessato non è importante; la questione è il sapore di veto.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

L'importante è che nel PD la Binetti sia sempre in minoranza e che se ne riconosca, come ha fatto Veltroni, il fondamentalisto e l'estremismo (di Veronesi, si guarda semmai ai suoi impegni nella scienza. Curioso per due che sono entrambi medici).
Una volta in minoranza e non più in condizione di ricattare, potrà rilasciare tutte le interviste che vuole al Giornale o al Foglio. O se preferisce impiccarsi, faccia pure. L'importante sono le liste. Lasciala gridare.

Anonimo ha detto...

"In lui c’è tanto dell’uomo di cura quanto dell’uomo che ha assunto posizioni in netto contrasto con la cultura cattolica."
Un lapsus, in senso stretto, o un'assoluta indifferenza per i principi basilari della democrazia? Chiariti i contenuti, è essenziale soffermarsi sulla forma che quasi sempre coincide con la sostanza. Binetti ha un padrone primario e totale della sua coscienza e solo in seconda istanza è disponibile alla lealtà verso la Costituzione italiana e i cittadini/e tutti. E non ne fa mistero, concedendosi anche il lusso di echeggiare "non possumus" di provenienza straniera. Apertamente, senza pudore alcuno.
Non è sola in questo campo: le fa compagnia Bossi e la sua lega che della slealtà e dell'avversione per la nostra nazione hanno fatto una bandiera.
Non la capisco,però, la Binetti. Perché non passa nelle fila di Giuliano Ferrara? Peccato! Il fatto è che all'Opus Dei fa tanto più comodo che stia nel PD.

Anonimo ha detto...

@ Harmonia: quello che scrivi è tutto condivisibile. La Binetti non risponde alla costituzione o ai suoi elettori, ma direttamente alla CEI.
Perché non passa con Ferrara? A suo tempo aveva risposto a perché non passava a destra. La sua risposta era stata disarmante: perché la chiesa non fosse rappresentata solo dalla destra. Ecco dunque che confermava quanto si diceva sopra.

girolamo ha detto...

«Il fatto è che all'Opus Dei fa tanto più comodo che stia nel PD»
Il fatto è che anche al PD fa comodo che l'Opus Dei stia con un piede in casa sua. Un chiasmo politico che dice con chiarezza quanto strenuamente Veltroni sia disposto a difendere senza contrattazioni e cedimenti la laicità.