Mi piacerebbe sapere (magari passa da queste parti un medico obiettore e soddisfa la mia curiosità) se in quel lasso di tempo, casomai fossero sopraggiunte complicazioni potenzialmente fatali per la donna, sarebbero intervenuti o l'avrebbero lasciata morire, la svergognata.
Indipendentemente dal modo di comportarsi di varie categorie di persone, come i poliziotti nel caso di Napoli (non mi sembra la prima occasione di modi di fare disdicevoli da parte delle forze dell'ordine, quindi bisogna lavorarci su in senso più generale) o come i medici del san Camillo, che comunque avrebbero dovuto dare un sostegno medico e morale alla signora, devo però segnalare alcune parole nel filmato che suonano veramente in modo riprovevole... In particolare quando si dice: "... soprattutto sapendo che NON bisogna tutelare un bambino che sta nascendo, ma una mamma"! Finché la società accetta che non si debba tutelare un bambino che sta nascendo, mi dispiace non la si può definire una società evoluta. Penso che con questo modo di pensare oggi probabilmente non potrei festeggiare S.Valentino con mia moglie (disabile) che mi ha dato 2 figli e che ha una vita come tutti gli altri.
Dani, le parole della donna si riferivano, mi pare, esclusivamente al suo caso, in cui non c'era nessun bambino da assistere, dato che l'aborto era stato effettuato ben al di sotto del limite di sopravvivenza del feto.
dani, stai perdendo di vista il caso in questione! Cioè le condizioni di quel feto, le sue reali possibilità di sopravvivenza e la gravità dei problemi a cui andava in contro. Non penso che una persona sana di mente avrebbe anteposto quel possibile bambino alla madre. Per quanto riguarda l'obiezione di coscienza non mi esprimo su di essa ma sulla necessita che non debba influenzare il servizio sanitario nazionale. Ammetto pure che ci siano i medici obiettori ma gli ospedali devono offrire un servizio a tutti, cioè devono sempre avere in servizio personale non obiettore! Lo assumano appositamente, lo paghino di più, non mi interessa: il servizio sanitario è pubblico e tutti devono potervisi rivolgere per qualsiasi intervento consentito dalla legge. Senza essere abbandonati per 9 ore! Infine non è possibile che l'obiezione si estenda a qualsiasi cura da fornire alla paziente: se sta male chiunque sia disponibile deve curarla, in caso contrario essere penalmente perseguito!!!
Ripeto: non condivido l'operato di quei medici, che seppur obiettori avrebbero comunque dovuto prestare assistenza alla paziente. Però posso affermare che il concetto che nel caso di aborto l'unico soggetto da tutelare è la madre, è purtroppo sempre più radicato nella società, e dire quelle parole, seppure in un caso molto particolare come quello di una idrocefalia, rispecchia comunque una "normalità" che si va affermando sempre più. Ma se questa è la normalità, forse voglio essere anormale.
Dani, "il concetto che nel caso di aborto l'unico soggetto da tutelare è la madre" mi sembra ovvio, visto che l'aborto consiste nella soppressione del feto. Di' piuttosto che sei contrario all'aborto, che così ci capiamo meglio.
Fuori dalle palle tutti i medici obiettori... vadano a zappare la terra. Sapevano benissimo, all'inizio della carriera che avrebbero potuto trovarsi di fronte a casi di IVG quindi...
Questo significa volere la moglie ubriaca e la botte piena.
La possibilità per i medici di dichiararsi obiettori di coscienza deve essere abolita negli ospedali pubblici. Altrimenti possono verificarsi situazioni schifose come questa. Se fai il medico, sai che puoi ritrovarti a dover praticare un aborto. Se non sei d'accordo, non fare il medico!
E invece adesso l'obiezione di coscienza è stata introdotta anche nell'ordinamento del corpo infermieri. Bello è? Se mai venisse approvata la legge che legalizza l'eutanasia, l'infermiere sarebbe dispensato dall'obbligo di seguire il suo paziente. Che paese civile è il nostro!
Dani, rispondo con un po' di sana durezza. Intanto auguri e complimenti per la tua bellissima famiglia, lo dico con sincerità, e sono sicuro che in essa l'affetto e l'amore superano ogni giorno di gran lunga qualsiasi disabilità. Però ho due domande: tua moglie è idrocefala? Lo è uno dei tuoi figli? Scusa l'insensibilità, ma dove voglio arrivare: che tu porponi il tuo esempio per giudicare le scelte di un'altra persona, e lo proponi come antagonista. Ma le situazioni sono molto probabilmente diverse in modo radicale. Inoltre, non consegue che se tu voi avete il coraggio di alcune scelte, lodevoli e meritevoli, queste debbano sempre tramutarsi in doveri morali per tutti (parlo in generale). A quel punto, per esempio, non esisterebbe nella società nulla di moralmente meritevole, perché queste scelte "morali" sarebbero imposte. Quindi non si risveglierebbe un diverso senso morale cambiando le leggi ma si sopprimerebbe l'agire in senso opposto lasciando le coscienze indifferenti. Il "valore della vita sempre" non sarebbe una percezione consapevole ma uno dei tanti precetti dello Stato.
Più in generale ti invito però anche a riflettere sulla conclusione dell'intervista, dove la mamma spiega che ora ha un altro bambino che non sarebbe mai nato se avesse agito diversamente (faccio anche notare che il primo bambino era piccolo al tempo dell'episodio di cui si parla, e non sono scelte certo facili quelle di rinunciare praticamente ad avere tempo per accudire al meglio un figlio ancora piccolo, dovendosi dedicare a problemi molto più difficili). Non sto prendendo posizione, ma qui un paradosso c'è: un figlio non sarebbe comunque venuto al mondo, in un modo come nell'altro... (abortendo o non aboortendo)
E' più comodo fare il medico obiettore, l'IVG è un intervento semplice, come fare un'appendicectomia piuttosto che un intervento complesso. Anche ai fini della carriera. Quanta ipocrisia.
Dani, non vedere la malizia o l'insensibilità dove non c'è. La frase della mamma voleva dire semplicemente che, non trattandosi di un intervento di parto, la procedura generale poteva essere molto più snella. Sono anche io familiare di una persona con disabilità, e tuttavia sono assolutamente "pro-choice", per capirci (essere "abortista" è una definizione che non mi piace e che non ha neanche tanto senso).
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12 commenti:
Mi piacerebbe sapere (magari passa da queste parti un medico obiettore e soddisfa la mia curiosità) se in quel lasso di tempo, casomai fossero sopraggiunte complicazioni potenzialmente fatali per la donna, sarebbero intervenuti o l'avrebbero lasciata morire, la svergognata.
Indipendentemente dal modo di comportarsi di varie categorie di persone, come i poliziotti nel caso di Napoli (non mi sembra la prima occasione di modi di fare disdicevoli da parte delle forze dell'ordine, quindi bisogna lavorarci su in senso più generale) o come i medici del san Camillo, che comunque avrebbero dovuto dare un sostegno medico e morale alla signora, devo però segnalare alcune parole nel filmato che suonano veramente in modo riprovevole...
In particolare quando si dice: "... soprattutto sapendo che NON bisogna tutelare un bambino che sta nascendo, ma una mamma"!
Finché la società accetta che non si debba tutelare un bambino che sta nascendo, mi dispiace non la si può definire una società evoluta.
Penso che con questo modo di pensare oggi probabilmente non potrei festeggiare S.Valentino con mia moglie (disabile) che mi ha dato 2 figli e che ha una vita come tutti gli altri.
Dani, le parole della donna si riferivano, mi pare, esclusivamente al suo caso, in cui non c'era nessun bambino da assistere, dato che l'aborto era stato effettuato ben al di sotto del limite di sopravvivenza del feto.
dani, stai perdendo di vista il caso in questione!
Cioè le condizioni di quel feto, le sue reali possibilità di sopravvivenza e la gravità dei problemi a cui andava in contro.
Non penso che una persona sana di mente avrebbe anteposto quel possibile bambino alla madre.
Per quanto riguarda l'obiezione di coscienza non mi esprimo su di essa ma sulla necessita che non debba influenzare il servizio sanitario nazionale.
Ammetto pure che ci siano i medici obiettori ma gli ospedali devono offrire un servizio a tutti, cioè devono sempre avere in servizio personale non obiettore! Lo assumano appositamente, lo paghino di più, non mi interessa: il servizio sanitario è pubblico e tutti devono potervisi rivolgere per qualsiasi intervento consentito dalla legge. Senza essere abbandonati per 9 ore!
Infine non è possibile che l'obiezione si estenda a qualsiasi cura da fornire alla paziente: se sta male chiunque sia disponibile deve curarla, in caso contrario essere penalmente perseguito!!!
Ripeto: non condivido l'operato di quei medici, che seppur obiettori avrebbero comunque dovuto prestare assistenza alla paziente.
Però posso affermare che il concetto che nel caso di aborto l'unico soggetto da tutelare è la madre, è purtroppo sempre più radicato nella società, e dire quelle parole, seppure in un caso molto particolare come quello di una idrocefalia, rispecchia comunque una "normalità" che si va affermando sempre più. Ma se questa è la normalità, forse voglio essere anormale.
Dani, "il concetto che nel caso di aborto l'unico soggetto da tutelare è la madre" mi sembra ovvio, visto che l'aborto consiste nella soppressione del feto. Di' piuttosto che sei contrario all'aborto, che così ci capiamo meglio.
Fuori dalle palle tutti i medici obiettori... vadano a zappare la terra. Sapevano benissimo, all'inizio della carriera che avrebbero potuto trovarsi di fronte a casi di IVG quindi...
Questo significa volere la moglie ubriaca e la botte piena.
La possibilità per i medici di dichiararsi obiettori di coscienza deve essere abolita negli ospedali pubblici. Altrimenti possono verificarsi situazioni schifose come questa. Se fai il medico, sai che puoi ritrovarti a dover praticare un aborto. Se non sei d'accordo, non fare il medico!
E invece adesso l'obiezione di coscienza è stata introdotta anche nell'ordinamento del corpo infermieri. Bello è?
Se mai venisse approvata la legge che legalizza l'eutanasia, l'infermiere sarebbe dispensato dall'obbligo di seguire il suo paziente.
Che paese civile è il nostro!
Dani, rispondo con un po' di sana durezza. Intanto auguri e complimenti per la tua bellissima famiglia, lo dico con sincerità, e sono sicuro che in essa l'affetto e l'amore superano ogni giorno di gran lunga qualsiasi disabilità. Però ho due domande: tua moglie è idrocefala? Lo è uno dei tuoi figli? Scusa l'insensibilità, ma dove voglio arrivare: che tu porponi il tuo esempio per giudicare le scelte di un'altra persona, e lo proponi come antagonista. Ma le situazioni sono molto probabilmente diverse in modo radicale. Inoltre, non consegue che se tu voi avete il coraggio di alcune scelte, lodevoli e meritevoli, queste debbano sempre tramutarsi in doveri morali per tutti (parlo in generale). A quel punto, per esempio, non esisterebbe nella società nulla di moralmente meritevole, perché queste scelte "morali" sarebbero imposte. Quindi non si risveglierebbe un diverso senso morale cambiando le leggi ma si sopprimerebbe l'agire in senso opposto lasciando le coscienze indifferenti. Il "valore della vita sempre" non sarebbe una percezione consapevole ma uno dei tanti precetti dello Stato.
Più in generale ti invito però anche a riflettere sulla conclusione dell'intervista, dove la mamma spiega che ora ha un altro bambino che non sarebbe mai nato se avesse agito diversamente (faccio anche notare che il primo bambino era piccolo al tempo dell'episodio di cui si parla, e non sono scelte certo facili quelle di rinunciare praticamente ad avere tempo per accudire al meglio un figlio ancora piccolo, dovendosi dedicare a problemi molto più difficili). Non sto prendendo posizione, ma qui un paradosso c'è: un figlio non sarebbe comunque venuto al mondo, in un modo come nell'altro... (abortendo o non aboortendo)
E' più comodo fare il medico obiettore, l'IVG è un intervento semplice, come fare un'appendicectomia piuttosto che un intervento complesso. Anche ai fini della carriera. Quanta ipocrisia.
Dani, non vedere la malizia o l'insensibilità dove non c'è. La frase della mamma voleva dire semplicemente che, non trattandosi di un intervento di parto, la procedura generale poteva essere molto più snella. Sono anche io familiare di una persona con disabilità, e tuttavia sono assolutamente "pro-choice", per capirci (essere "abortista" è una definizione che non mi piace e che non ha neanche tanto senso).
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