mercoledì 16 gennaio 2008

La lezione di Ratzinger

Il nocciolo del discorso è quasi alla fine (Benedetto XVI, «Non vengo a imporre la fede ma a sollecitare il coraggio per la verità», L’Osservatore Romano, 17 gennaio 2008):

Se però la ragione – sollecita della sua presunta purezza – diventa sorda al grande messaggio che le viene dalla fede cristiana e dalla sua sapienza, inaridisce come un albero le cui radici non raggiungono più le acque che gli danno vita. Perde il coraggio per la verità e così non diventa più grande, ma più piccola. Applicato alla nostra cultura europea ciò significa: se essa vuole solo autocostruirsi in base al cerchio delle proprie argomentazioni e a ciò che al momento la convince e – preoccupata della sua laicità – si distacca dalle radici delle quali vive, allora non diventa più ragionevole e più pura, ma si scompone e si frantuma.

16 commenti:

Anonimo ha detto...

Sulla base di questo passo, non vedo grandi possibilità di confronto. Da una parte ci sono i buoni, dall'altra i cattivi.
Alla faccia del dialogo.

Unknown ha detto...

Insomma, come hanno detto tanti altri prima di me, si parte dal presupposto che la ragione senza la fede (che se non sbaglio secondo B16 è una forma più alta di ragione) non ha "ragione" di esistere. Per questo si comincia dicendo, "Voi avete torto, noi ragione (nel doppio senso). Al di là della contestazione che ne ha fatto un martire come si fa a pensare che la religione possa avere un dialogo con la scienza? Tanto più ora che la scienza stessa sta erodendo anche le spiegazioni religiose su tante caratteristiche che sembravano solo umane, come il senso di giustizia, la correttezza, la reciprocità e forse addirittura il senso morale (come dice l'ultimo libro di Mark Hauser).
Insomma, hanno fatto male a contestare B16, perché lui si stava scavando la fossa con le sue stesse mani.

emmyfinegold ha detto...

Contestare B16 è stata una sana reazione. Sui modi si potrebbe parlare ma non è importante. Vorrei capire di quale verità parla B16. Ci sono varie teorie sulla verità e temo che nessuno possa dire con certezza cos'è la verità.

Joe Silver ha detto...

A costo di fare il dietrologo da strapazzo devo confessare il sospetto che il discorso dato alla stampa sia stato rimaneggiato dopo questi giorni di putiferio.

Troppe parole impiegate a scusarsi, quasi, per essere lì a parlare in un luogo nel quale è fuori posto. Tante belle dichiarazioni di principio, all'inizio, sulla necessità della laicità del sapere e dell'autonomia delle scienze.

Mah...

Unknown ha detto...

Se però la ragione – sollecita della sua presunta purezza – diventa sorda al grande messaggio che le viene dalla fede cristiana e dalla sua sapienza, inaridisce come un albero le cui radici non raggiungono più le acque che gli danno vita. Perde il coraggio per la verità

Insomma dialogare col papa significa dargli ragione, senza che mai fornisca un motivo per cui ha ragione. Tutto questo vittimismo verso l'arroganza della ragione serve solo ad evitare di spiegare la mancanza di scetticismo nella sapienza della Chiesa, ed evitare di riconoscere che ci sono motivi validi per fidarsi della scienza.

Anonimo ha detto...

insomma, o la ragione mi dà ragione, oppure ha torto...

Anonimo ha detto...

Tutti, ma proprio tutti, siete convinti di avere la Verità.
La veemenza con cui date addosso a un uomo di cui non sospettate nemmeno la grandezza intellettuale e la gentilezza umana non vi fa onore (ho incontrato Ratzinger, quando era cardinale, due volte, nel 1997 e nel 2001). Ma, del resto, Cristo fu deriso. E anche san Paolo veniva deriso all'Areopago di Atene. Se anche Ratzinger è deriso, allora siamo sulla via giusta: sta testimoniando Cristo, e voi non siete in una bella posizione.

L'ingenuità da scientista ottocentesco di Marco, poi, fa un po' tenerezza. Leggiti Ratzinger e non travisare quello che ha scritto. La ragione senza la fede è essenziale alla fede stessa (cfr. Introduzione al Cristianesimo, Queriniana)
Non è scientifico sentenziare su un autore che non si conosce bene.
Basilio

paolo de gregorio ha detto...

Se questo era il discorso bisognava proprio farglielo fare per togliere la maschera a questa buffonata che voleva far passare l'inivto come l'invito ad un intellettuale come un altro. Nessuno lo rimarca ma penso che il passaggio chiave che non può essere prouninciato senza protestare durante la cerimonia più solenne di una università è quando si dice "Se la ragione [...] diventa sorda al grande messaggio che le viene dalla fede cristiana [...]". Questa è una predica, non un discorso, tra l'altro di un capo religioso in opposizione ad altre fedi, non solo al razionalismo.

Anonimo ha detto...

"Tutti, ma proprio tutti, siete convinti di avere la Verità. "

Hai ragione, quella ce l'ha solo il papa. Che stupidi. come abbiamo fatto a non pensarci.

" voi non siete in una bella posizione"

Ti terremo informato: ti manderemo una cartolina dall'inferno.

Anonimo ha detto...

"Questa è una predica, non un discorso"

Ma va? Perchè, il grande intellettuale ha mai espresso concetti se non in forma di prediche? Fa o non fa il capo dei preti, di mestiere?

paolo de gregorio ha detto...

Beh Fabio, ho letto il discorso ed è anche molto lungo, e per per i nove decimi sembra tutt'altro che una predica. Sarebbe bastato fare quel piccolo sforzo finale e chiudere in bellezza, concludendo senza chiamare in causa Gesù.
No, non penso che un capo religioso sia tenuto in ogni circostanza, qualunque essa sia, a trasformarla in un momento o l'altro in una predica. Non tutti i rappresentanti religiosi lo fanno. Quindi quando lo fa, se la sede non è quella che gli compete, è sempre e comunque una scelta.

Anonimo ha detto...

Gentile Basilio,
il fatto che tu venga qui a dire "Tutti, ma proprio tutti, siete convinti di avere la Verità. " mi fa pensare che sei un po' pirla.
Ma non travisare quello che ho scritto perché non mi conosci bene.

nova77 ha detto...

Basilio, ho l'impressione che tutte le persone che definiscono il papa un "sublime intellettuale", lo facciano perché ammaliate dalla sua prosa e non tanto perché hanno effettivamente compreso il suo messaggio.

Prendi quest'ultimo discorso: pieno di affermazioni date per certe, ma mai una spiegazione, una prova (mi viene in mente il termine "evidence" in inglese). Assai ben scritto e strutturato, non v'è dubbio, ma è come sentir disquisire sul sesso degli angeli..

Joe Silver ha detto...

Ma, del resto, Cristo fu deriso. E anche san Paolo veniva deriso all'Areopago di Atene. Se anche Ratzinger è deriso, allora siamo sulla via giusta: sta testimoniando Cristo, e voi non siete in una bella posizione.

Pure Berlusconi fu (e continua ad essere) deriso. Da tutto il mondo. :)

Anonimo ha detto...

anche san Paolo veniva deriso all'Areopago di Atene

Chissà perchè...

Unknown ha detto...

Chiamato in causa rispondo. "L'ingenuità da scientista ottocentesco di Marco, poi, fa un po' tenerezza. Leggiti Ratzinger e non travisare quello che ha scritto".
Lo so, sono uno scientista ottocentesco. Ma allo stesso modo il papa cerca sempre di sottomettere la ragione alla fede (leggiti l'ultimo libro su Evoluzione e creazione, oppure altri contributi come quelli del buon amico di Razty, i cardinale Schoenborn, o suoi discorsi - credo - a Ratisbona). In questo modo è un tomista piuttosto ingenuo, come se lo scientismo ottocentesco non l'avesse neppure sfiorato. Ratzy dice infine che chi usa la ragione senza la fede non arriverà mai alla verità. Tutto questo lo dicono anche altri qui nel blog, lo dice Scalfari sulla Repubblica (un'intervista a Repubblica TV) lo dicono altri filosofi non accecati da concezioni assolutiste e cielline.
la chiesa non ha mai risposto infine alle nuove scoperte della scienza sulle basi biologiche ed evolutive del senso morale e di altri "caratteristiche" che si ritenevano solamente umane. Perché?