venerdì 19 gennaio 2007

Mina Welby risponde a Salvatore Crisafulli

Il 14 gennaio su Il Calibano Mina Welby ha risposto a Salvatore Crisafulli. Niente da aggiungere. Soltanto che Mina è un gran donna.

Caro Salvatore,

rispondo a te o a chi la tua lettera ha scritto per te. Piergiorgio non è stato mai schiavo di nessuno, tanto meno di politici in camice bianco e in doppio petto. La sua è stata una richiesta urgente di rifiuto di un trattamento ormai non più di aiuto, bensì di tortura. La distrofia muscolare è una malattia devastante per i muscoli. Finché ha potuto ha cercato con la fisioterapia e usando gli alimenti più adatti di ricuperare i movimenti che stava perdendo. Non esistono medicine per curare questa malattia. Alla fine i medici si sono dovuti arrendere all’evidenza che non c’era più nulla da ricuperare.

La sua richiesta è stata pubblica, in quanto, si sa, che in tutta Italia viene praticato l’aiuto a morire sia negli ospedali che nelle case, ma nessuno ha il coraggio di dirlo, perché avviene spesso senza il consenso del malato, ma su richiesta dei parenti o per decisione del medico pietoso. Non credo che possiamo degradare Dio a guardiano impietoso delle sue creature. Se ha illuminato il cervello di ricercatori per inventare apparecchi salvavita, perché non credere anche nel Suo dono di muovere il cuore di un medico a essere strumento nelle Sue mani per liberare Piergiorgio dalla sua prigione di un corpo ormai devastato?

L’Associazione Luca Coscioni ha per primo scopo il ricupero integrale della persona malata e non “di delinquere per liberarsi con l’omicidio delle vite altrui, quando queste sono reputate inutili e costose per la società” come dici tu. Piergiorgio prima di battersi per la sua e altrui morte opportuna si è speso insieme a Luca Coscioni per il voto a domicilio per i disabili gravissimi intrasportabili, per il libero accesso agli strumenti per la libertà di parola e per la vita indipendente e contro le barriere culturali per ottenere i libri di nuova edizione anche in forma digitale.

Che Tu ti erga a giudice di un tuo compagno di sventura sofferente ormai deceduto, mi fa sospettare che sia tu a essere strumentalizzato a farlo per gli stessi motivi che tu imputi a Piergiorgio.

Hai scritto cose veramente disumane e vergognose. Io spero che non sia stato tu a dettarle.

Ti auguro di cuore di trovare presto giovamento dalle cure e mobilità per il tuo corpo e di ristabilirti per poter di nuovo godere a pieno la vita.

Mina Welby

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