venerdì 26 gennaio 2007

“Non esiste un diritto assoluto alla genitorialità”

Dal sito Amici dei Bambini un comunicato stampa sulla questione delle adozioni gay, Gran Bretagna, adozioni gay: “Non esiste un diritto assoluto alla genitorialità”, 26 gennaio 2007:

Sulle adozioni gay in Gran Bretagna – già possibili – e le polemiche in corso tra Tony Blair e i consultori cattolici – che da aprile dovrebbero per legge non discriminare le coppie in base all’orientamento sessuale e dunque accompagnare all’adozione anche quelle dello stesso sesso – interviene Amici dei Bambini che tra l’altro, con l’uscita del saggio “Voglio una mamma e un papà – Coppie omosessuali, famiglie atipiche e adozione” (Ancora Editrice) aveva espresso un punto chiaro in merito: non esiste il diritto a essere genitore ma il diritto a essere figlio per ogni bambino, che non ha scelto di nascere né tantomeno di essere abbandonato.
“Pensare che esista un diritto assoluto alla genitorialità – e dunque all’adozione – che non è patrimonio nemmeno delle coppie eterosessuali – ha detto Marco Griffini, presidente dell’associazione – appare una forma di violenza. La libertà sessuale non ha a che fare con i diritti, non deve estendersi alle libertà di un individuo. Riteniamo piuttosto che ci si debba attenere all’ordine naturale, ovvero al fatto che si nasce da un uomo e da una donna”.
La risposta al trauma dell’abbandono, secondo Amici dei Bambini, è la famiglia composta da un uomo e da una donna, la scelta migliore per ogni bambino.
“Se per le coppie omosessuali dovesse affermarsi, anche in Italia, la possibilità di adottare – conclude Griffini – che lo sia allora per i ragazzi con più di 18 anni, in grado di scegliere di essere accolto anche da una coppia gay”.
Ordine naturale è anche lasciare che una influenza ci uccida senza ricorrere agli antibiotici (che sconvolgono l’ordine naturale). Sarebbe disposto Griffini e quanti la pensano come lui ad abbracciare questa conseguenza? Dimostrerebbero almeno coerenza.
Adozione per i maggiorenni? Idea grandiosa, che risolve senza dubbio e in maniera definitiva la diatriba.
Grazie. Non ci avevamo pensato.

13 commenti:

Anonimo ha detto...

E, come ha saggiamente detto un mio amico, in natura sono i corpi caldi a cedere il loro calore a quelli freddi, non il contrario, perciò iniziate a gettare i vostri frigoriferi.

Anonimo ha detto...

signora ayatollah lalli, dal punto di vista giuridico non esiste un diritto alla genitorialità nel nostro ordinamento.
si tratta di qualcosa che si vorrebbe introdurre surrettiziamente con le adozioni agli omosessuali in coppia.
i costituzionalisti hanno inventato la categoria dei diritti di 4a generazione (1a gli individuali, 2a i collettivi, 3a i sociali) per esaudire i desideri delle persone tramite leggi dello stato

eraclito

Chiara Lalli ha detto...

Invece di Eraclito avresti dovuto chiamarti Parmenide (applicato alla politica e all'immutabilità delle condizioni sociali e degli assetti familiari):

L’essere è sempre identico a se stesso in quanto è tutto e non può divenire ne mutare in qualcos’altro che noi sia l'essere stesso (non esistono molteplici “essere”, sarebbe a dire che esistono diversi “tutto”, la qual cosa contraddice la definizione stessa della totalità).

Fa molto più fico di presentarsi come un difensore della tradizione.
Ciao, novello Parmenide.

Anonimo ha detto...

a parte dotte discettazioni sui presocratici mi sarebbe piaciuto avere indicazioni sui presupposti giuridici del diritto alla genitorialità.
e sapere anche perché lo stato dovrebbe tutelare gli omosessuali in coppia.
l'erotismo come bene giuridico?
ci sono altre forme di rapporto, ad esempio l'amicizia.
perché non riconiscere anche questa?
in fondo, generalmente, abbiamo amici ben prima di avere rapporti sessuali, ed allora potrei dire che l'amicizia è molto più "naturale" dell'omosessualità, in quanto si sviluppa nei primi anni di vita e non solo dopo la pubertà.
o no?

eraclito

Chiara Lalli ha detto...

Caro Eralcito,
la tua domanda richiederebbe un trattato, ma cerco di risponderti sinteticamente.
In primo luogo io partirei dalla premessa che la libertà è la condizione di “normalità” e che la coercizione (legale) debba essere motivata e giustificata.
Il senso della mia premessa riguarda lo slittamento dal diritto di compiere X alla libertà di compiere X (come punto di partenza della discussione).
Sulla libertà in generale e sulla libertà delle persone ad amare chi vogliono etc. siamo d’accordo vero?
Sul fronte tutela: perché lo Stato tutela la coppia eterosessuale? Bene, io credo che tutte le ragioni che potresti offrirmi varrebbero anche per una coppia omosessuale. Le tutele al matrimonio sono nate in un contesto sociale e culturale di un certo tipo. Questo panorama muta, e con esso dovrebbero mutare gli istituti giuridici deputati a difendere i diritti delle persone (e gli omosessuali sono persone, siamo d’accordo anche su questo, spero).
L’amicizia è tutelata, nel senso che è protetta da diritti pertinenti: il diritto di espressione, di andare a passeggio, e così via. Le coppie omosessuali chiedono di avere alcune garanzie (pensione, possibilità di avere congedi per assistere il compagno malato, e così via) che mi sembrano doverose per un Paese che vuole essere civile.
Ora veniamo al diritto alla genitorialità. Partiamo dal punto di vista dei genitori. Finché la genitorialità (quella biologica) si poteva raggiungere soltanto in un modo, c’era poco da discutere. Se avevi a disposizione un pene e spermatozoi vitali e una vagina e un utero funzionante, il miracolo avveniva. Con l’evoluzione medica e tecnologica si sono aperte altre possibilità: procreazione artificiale. Ed ecco i conflitti etici: ai singles? Alle lesbiche? Ai conviventi? E così via. Come rispondere alla domanda? Io partirei da: perché no? Ovvero, quali sono le ragioni per impedire a qualcuno di diventare genitore (che intervenga la tecnica non è rilevante ai fini della valutazione morale). Come si valuta l’essere un buon genitore? Il fatto che un uomo e una donna non sterili possano avere un figlio “naturalmente” non è garanzia dell’essere buoni genitori (quanti genitori naturali e tradizionali sono dei disgraziati?). E allora come faccio a negare (se non vuoi chiamarlo diritto) la possibilità alle persone di ricorrere alle tecniche riproduttive? (Attenzione: in questo discorso ho omesso l’argomento della difeso del concepito come sacro e inviolabile.)
Passiamo al punto di vista del possibile adottato (si era partiti dalla possibilità di permettere agli omosessuali di adottare). Io non credo che si possa identificare orientamento sessuale e capacità genitoriale. Esistono alcune ricerche (se ti interessa ti fornisco i riferimenti) che escludono che bambini cresciuti in famiglie omosessuali abbiano un qualche deficit emotivo o intellettuale. Anzi. Probabilmente il desiderio consapevole e qualche volta difficile da realizzare sembra garantire condizioni ottimali di allevamento. Se ammettiamo la premessa che bisogna giustificare i divieti e non la libertà (che è la premessa di qualsiasi Stato si voglia chiamare liberale) giro a te la domanda: per quali ragioni si dovrebbe negare a priori e in quanto omosessuali la possibilità di adottare a due uomini o di fare un FIV a due donne? Non sto dicendo che gli omosessuali sono i genitori ideali. Ci saranno bravi e cattivi genitori omosessuali proprio come ne esistono bravi e cattivi tra gli eterosessuali. Sto dicendo che asserire come verità assoluta la inconciliabilità tra essere omosessuale ed essere un buon genitore è assurdo. E che l’essere una brava persona non dipende dalla scelta del proprio partner sessuale e affettivo.
Spero di averti risposto almeno in parte.

Chiara Lalli ha detto...

Dimenticavo: "naturale" non è che un termine descrittivo (spesso impreciso e scivoloso: una spremuta è naturale o artificiale?). Non coincide con "moralmente accettabile" o "moralmente preferibile a" (ciò che è "innaturale").
Gli esempi sarebbero infiniti.
Di conseguenza il fatto che qualcosa sia "naturale" non significa che questo: che è "naturale".

Anonimo ha detto...

1)i diritti di libertà sessuale sono già attualmente pienamente tutelati. la tutela delle forme di convivenza diverse dal matrimonio è un falso problema.per risolvere i problemi pratici delle coppie di fatto è sufficiente adattare gli strumenti attuali del diritto privato con riforme delle successioni senza introdurre forme surrettizie di famiglia.se si vuole arrivare alla perfetta parificazione come in spagna e(sostanzialmente) uk lo si affermi senza infingimenti ed in questo caso di dovrà modificare la costituzione.

2) le tecniche di fecondazione assistite già consentono alle donne di avere figli secondo desiderio.si devono porre limiti alle libertà individuali?sì.per rispettare diritti della collettività, quali ad esempio, l'ordine delle generazioni, impedendo che una sessantenne o una single acceda alla fiv.

3) se è vero che non esiste una morale oggettiva nel tempo e nei diversi contesti sociali, questo vuole forse dire che si deve relativizzare tutto, anche la differenza fra i sessi?parificare gli omosessuali in coppia al matrimonio non rispetta il principio di eguaglianza, che vuole che situazioni diverse non siano regolate allo stesso modo. i rapporti omosessuali sono intrinsecamente sterili, in quanto, com'è noto non è possibile procreare, mentre quelli eterosessuali almeno potenzialmente possono procreare.la differenza sta qui.

eraclito

Chiara Lalli ha detto...

1) Io non ho mai usato “infingimenti” (se ti riferisci alle posizioni politiche e ai tentennamenti, sono d’accordo con te, ma il monito va rivolto a loro: “basta infingimenti politici!” lo sottoscrivo). Per quanto mi riguarda è giusta la strada intrapresa dalla Spagna e dall’Inghilterra. Non vedo perché non concedere la “perfetta parificazione”, per usare le tue parole. Ancora una volta la domanda è: perché no? La Costituzione non è il Verbo, e come prodotto di un determinato periodo storico culturale e sociale può prestarsi ad aggiustamenti (diritto di resistenza ti evoca qualcosa?).
2) Ti invito a leggere con attenzione la legge 40/2004, Procreazione Medicalmente Assistita. Poi riparliamo del “già consentono alle donne di avere figli”. Sapresti (se avessi letto con cura la legge suddetta) che l’elenco degli esclusi è molto, troppo, lungo. E sapresti anche che in effetti quanti sono del tutto sterili non possono che rassegnarsi oppure andare all’estero, perché l’unica possibilità per loro sarebbe ricorrere alla fecondazione eterologa (vietata dalla legge 40). Oppure che chi non ha problemi di sterilità ma “solo” di malattie genetiche o virali non può accedere alle tecniche. Oppure ancora che imporre l’impianto di 3 embrione senza tenere conto delle condizioni di ogni singola donna implica conseguenze disastrose: gravidanze plurime (pericolosa per la salute della donna e dei nascituri; sono numerosi purtroppo i casi di aborto in seguito a gravidanze trigemine o i rischi causati ad esempio da una corporatura minuta). Se vuoi continuo, ma mi sembra che quanto ho detto sia sufficiente a sollevare qualche dubbio sulla bontà della legge 40. Quanto ai limitazioni della libertà individuale, invocare il rispetto dei diritti della collettività suona un po’ sinistro. Inoltre, gli scenari che invochi a dimostrazione della tua posizione sono casi limite che potrebbero essere trattati senza bisogno di una legge orrenda. Se proprio ti sconcerta la maternità in età avanzata, sappi che in Paesi liberali come l’Inghilterra vi sono indicazioni mediche 8rispetto al fatto che una sessantenne spesso – ma non sempre – non è in grado di portare avanti una gravidanza per questioni fisiologiche. Quanto alle single, a che tipo di sconvolgimento generazionale stai pensando? Non scordare che tutte le singles che non hanno problemi di sterilità (non so darti i dati, ma credo che siano ragionevolmente più numerose delle singles che hanno problemi di sterilità e sulle quali la legge 40 può imporre un divieto) possono beatamente avere un rapporto sessuale e tenersi il figlio. Allora: delle due l’una. O pensi che sarebbe giusto impedire anche alle singles fertili di avere un figlio perché sconvolgerebbero l’ordine delle generazione; oppure non è giusto discriminare qualcuno in base al fatto che ha un problema medico (di sterilità).
3) Proprio perché non esiste una morale oggettiva e non ci si può basare sulla Natura per stabilire cosa è moralmente ammissibile e cosa non lo è, bisogna cercare altro per fare la differenza. Il matrimonio è un contratto, non è mica una garanzia di bontà. E i contratti possono adattarsi a nuove realtà. Possono evolvere con l’evolvere delle idee e con l’avanzare della libertà (che non è anarchia caos casino etc. ma è la banale idea che in assenza di buone ragioni sia preferibile lasciare le persone libere, garantire loro tutele e rispettare le loro decisioni fuori dalla massa). Chi sarebbe danneggiato dall’esistenza di una forma contrattuale matrimoniale tra due donne o due uomini? Il pudore? La società? La signora della porta accanto?
Il fatto che gli omosessuali (maschi, si badi) siano intrinsecamente sterili, ancora una volta, non significa che questo. Il poter procreare (anche in via solo potenziale) non garantisce la capacità di essere un buon genitore. L’essere genitore è poi un ruolo che non può ridursi ai legami genetici (premessa che è alla base anche delle adozioni).
Rispetto alle adozioni per omosessuali, rispondimi a questa domanda: credi che un omosessuale in quanto omosessuale non possa essere un buon genitore? Credi che un bambino non potrebbero crescere bene con due donne o con due uomini? Credi che l’orientamento sessuale invada la personalità al punto da rendere chi ne è colpito un disgraziato irresponsabile? Ti ricordo che l’omosessualità, con un ritardo imbarazzante, è stata depennata dalle patologie e dalle psicopatologie una trentina d’anni fa (DSM). Sei d’accordo con questa decisione o pensi che gli omosessuali abbiano “qualcosa che non va”?
Qualcuno, poi, diceva che i negri fosse intrinsecamente inferiori. O che gli ebrei fossero intrinsecamente infetti per il Popolo. O che le donne fossero intrinsecamente impure. Continuo?

Anonimo ha detto...

1-diritto di resistenza mi evoca il diritto naturale, gran bella cosa, oggi demodè, surclassata dalla onnipotenza del principio di maggioranza (vedi zapatero o ministro olandese che non esclude a priori la sharia quando il suo paese sarà a maggioranza islamica, ovvero nel giro di poche generazioni)
2-i limiti alla fecondazione mi paiono ragionevoli.la tenuta dell'ordinamento sociale e delle generazioni non mi pare secondario. in canada caso limite (per quanto tempo ancora?) un bambino avrà tre genitori: il padre (progenitore a o b?) la madre lesbica inseminata (progenitore b o a?) e la compagna.un terzetto.a quando un quartetto o quintetto? altro bimbo nato sordo per volontà delle due mamme (a questo punto dovremo modificare i vocabolari di tutto il mondo)lesbiche, sorde anch'esse e desiderose di allevare un figlio in un contesto di affinità culturale.non è questa una violenza?una eugenetica alla rovescia?la società non deve forse tutelarsi di fronte al concepimento à la carte che mina nei fondamenti la natura umana?quando sarà grande il bimbo potrà rivalersi nei confronti delle mamme perché desiderava, parola chiave, nascere non sordo?
3-il matrimonio non è un semplice contratto, poichè ha una natura anche pubblicistica in quanto riguarda la società nel suo complesso e gli eventuali figli,lo status giuridico ed economico dei nubendi. per il suo scioglimento infatti necessità di un procedimento giudiziario, mentre per concluderlo è sufficiente un atto amministrativo.la sua finalità è la procreazione ed il matrimonio di chi per età non può avere figli è frutto, questo sì, della dottrina cattolica che vedeva in esso il rimedio alla concupiscenza.anche senile.
sul fatto che gli omosessuali possano essere genitori sul loro desiderio di genitorietà farei prevalere il diritto del figlio ad essere educato con le due figure di riferimento padre e madre.non sono uno psichiatra e non so se l'omosessualità sia un disturbo del comportamento.so che molte volte una malattia psichiatrica viene depennata o creata ad hoc per motivi cha hanno poco a che fare con la medicina. da ultimo vedi l'iperattività dei bambini, oggi assunta a rango di patologia, con annessi psicofarmaci.

eraclito

Chiara Lalli ha detto...

1) Non mi identifico né con Zapatero né con Blair: ho solo detto che su alcuni temi sono d’accordo. Questo non significa che prenderei tutte le loro decisioni come Belle e Buone. Il principio di maggioranza è rischioso: ed è per questo che la libertà è preferibile ad una imposizione. Perché se i cittadini sono liberi di scegliere, lo faranno seguendo le proprie preferenze. Se tu imponi il TUO modello di famiglia o i TUOI limiti alla genitorialità, stai usando quel principio di maggioranza che giudichi insoddisfacente e onnipotente. Lascia libere le persone di scegliere – con il limite del danno a terzi e con altri aggiustamenti il più leggeri possibile.
2) Ti sembra ragionevole che una coppia di portatori di una malattia genetica, ad esempio, non possa ricorrere alle tecniche per garantire lo stato di salute al nascituro e debba tornare indietro nel tempo alla villocentesi e al fantasma dell’aborto terapeutico (che per chi desidera tanto un figlio è un incubo)? Ti prego non venirmi a dire che la vita è sacra e che sbaglia chi decide per l’aborto dopo aver saputo che l’embrione è talassemico o affetto da altre patologie gravissime. Oppure ti sembra ragionevole che un sieropositivo debba o rinunciare ad avere un figlio o rischiare di infettare la compagna avendo rapporti sessuali non protetti (appunto, per avere un figlio) e di trasmettere il virus al figlio? A me sembra uno schifo, la ragionevolezza è molto lontana da questi limiti che tu giudichi “ragionevoli”. O pensi che un sieropositivo sconvolga l’ordine delle generazioni perché qualcuno gli ha mandato l’HIV seguendo un qualche progetto demografico?
Quanto ai casi limite: tu pensi che chi mette lo spermatozoo sia un “Padre”? E quindi tu escludi qualsiasi fecondazione eterologa perché innalzerebbe il numero dei Genitori da 2 a 3 (o 4 in caso di donazione sia di ovocita che di spermatozoo, o a 5 (manco a dirlo!!) se aggiungi anche la madre surrogata che ci mette l'utero). Inaccettabile. Hai mai sentito parlare di famiglie ricomposte, o di famiglie allargate? Hai mai curiosato nella storia degli assetti familiari? Posso dirti che la famigliola che sembra scesa dal Cielo (madre + padre + figli) è un sistema recente e non universale e assoluto. È uno dei possibili assetti familiari, evitiamo di piazzarlo sul piedistallo costruito sull’ingenuità e sull’imposizione (chi è che ricorre al principio di maggioranza? A me sembra che sia tu, dicendo che la maggior parte delle famiglie (sarà vero poi???) qui ed ora sono così, ed allora tutti devono conformarsi). Se ti riferisci a Gauvin – il bambino nato sordo da due lesbiche – ahimé non dovresti fidarti delle prime letture capitate in attesa dal dentista o delle voci popolari. Infatti Gauvin è nato da procreazione naturale… oppure i limiti alla fecondazione di cui parlavi dovrebbero riguardare anche la procreazione naturale? (Se il bambino cui ti riferisci non è Gauvin, il discorso cambia di un po’, non di tanto – evito di dilungarmi qui perché davvero è eccessivo). Natura umana? Ti sei domandato che cosa sia la “natura umana” e soprattutto hai trovato una risposta soddisfacente? O sulla distinzione naturale-artificiale e sulla connotazione morale di entrambi?
3) La finalità del matrimonio è la procreazione? E chi non ha figli (perché non può o non vuole, non per età) contrae una caricatura di matrimonio? Il matrimonio è un tipo di contratto deciso e stabilito dagli uomini, la cui natura è cangiante e che può subire cambiamenti: vedi il tempo per ottenere il divorzio o la possibilità stessa di divorziare. Ti ho già risposto dal punto di vista del bambino. Le due figure di riferimento per la sua crescita non sono realtà immodificabili e dotate di intrinseca verità. Sono d’accordo con te sulla possibilità che patologie dipendano da altro che da una attenta valutazione medica: vedi gli attacchi di panico, tanto di moda, o il successo mondiale del Prozac (bye bye blues…). L’iperattività dei bambini e il rimedio in pillole suscita anche in me sospetto e qualcosa di più. Ma una risposta onesta sugli omosessuali e sulla loro eventuale “malattia” mi sembra arrivare a conclusioni diverse. Ti ripeto, non significa che non ci siano omosessuali scemi, pazzi o criminali. Significa che non esiste una connessione necessaria e universale tra omosessualità e psicopatologia.

Anonimo ha detto...

1-la premessa irrinunciabile ma molto brutale è che alla base della società vi è un trade off fra libertà e sicurezza.gli individui cedono parte della loro libertà in favore della protezione da parte dello stato e, a partire dal 900, anche la erogazione di servizi(scuola, sanità, pensioni...)
l'interesse degli individui (nel nostro caso ad accedere alle tecniche di fecondazione assistita e all'adozione) va bilanciato (ed è la tipica operazione giuridica che fanno le corti costituzionali) con quello della società alla tutela del corretto dispiegarsi delle generazioni e dell'interesse dei figli ad avere un padre (maschio) ed una madre (femmina).ritengo che prevalga quest'ultimo.
2-non vedo perché una persona non possa ritenere che la vita è sacra, manifestare il proprio pensiero, diffonderlo, cercare di convincere gli altri, utilizzando, ovviamente metodi democratici.mi stupisce che chi si afferma laico e ha le proprie radici se non nella cultura giudaico-cristiana almeno in quella illuministica voglia ridurre la libertà delle autorità religiose di intervenire nel dibattito pubblico, quando, paradossalmente queste ultime attenuano o cercano di attenuare quel dogmatismo incompatibile in società pluralistiche.si va davvero affermando una dittatura del relativismo?
3-eraclito non può ignorare che il rapido mutare dei tempi e dei costumi sessuali (panta rhei, per l'appunto) ha fatto sì che il modello di matrimonio ai tempi dei nostri genitori o nonni, indissolubile, con la sanzione penale per l'adulterio e l'imparzialità fra coniugi in favore del marito, oggi è anacronistico.però non vedo perché questo abbia come conseguenza che debbano essere annullati anche i principi della monogamicità e dell'eterosessualità per la liberalizzazione dell'istituto, attribuendo la qualifica onoraria di matrimonio anche alle unioni di omosessuali e, perché no, anche alla poligamia, ivi compresa la poliandria.perché vietarla se c'è l'accordo dei contraenti?a proposito di contratti il matrimonio non è solo un contratto ma anche un atto pubblico che richiede un atto amministrativo per la conclusione e, per la sua rilevanza sociale, un procedimento giudiziario per lo scioglimento, in un numero chiuso di casi, non essendo previsto il divorzio consensuale.
ora aspettiamo il ddl bindi-pollastrini.

eraclito

Chiara Lalli ha detto...

1) Non capisco come la Sanità o le pensioni possano limitare la libertà individuale (tranne quella economica). E non capisco (proprio non ci arrivo) che cosa sarebbe ‘sto corretto dispiegamento delle generazioni. Tu sei convinto che l’unico modo per tutelare l’interesse dei figlio sia dare loro un padre (maschio) e una padre (femmina)? (Mi viene a bruciapelo una domanda: che ne è nel tuo piano sociale dei trans o di quanti si sottopongono a interventi per cambiare sesso? Dove li collochi, nel settore di genere originario, o in quello nuovo?) O forse non sarebbe preferibile parlare di affetto parentale, di cura, insomma delle condizioni ottimale nell’allevare i bambini? La tua preferenza di una modello familiare (madre femmina + padre maschio) è fuori discussione: ma perché vuoi imporla a tutti gli altri?
2) Una persona può ritenere tutto quello che vuole. Solo che dovrebbe avere il buon gusto di non imporre la sua credenza e le conseguenze agli altri. Per me la chiesa può legittimamente intervenire nel dibattito (anche se sconfina spesso in temi troppo “politici”…): dovrebbero essere i politici ad arginare la sua voce quando frutto soltanto di una Verità rivelata e del tutto irrazionale (vedi vicenda dei Pacs). Detto tra noi, poi, a pochi frega della sacralità o della inviolabilità della vita:_è una questione di potere.
3) Forse perché anche monogamicità o eterosessualità non sono principi Assoluti e Universali? Perché vietare X? Devi rispondere tu, perché non vieterei molte cose che tu invece vieteresti. Pertanto sei tu a dover giustificare il divieto. Aspettiamo il ddl sui Pacs con qualche intruglio digestivo, perché da quanto emerge in questi giorni la legge sarà piuttosto indigesta (e non perché troppo liberale…).

Anonimo ha detto...

1-non ho nessun piano sociale da imporre. mi limito a sostenere che vi siano interessi della società nel suo insieme a non veder minata una istituzione fondamentale come la famiglia (e ciò accade con l'introduzione di un tertium genus fra lo stato celibe e quello di coniugato) e a veder tutelato l'interesse dei nascituri ad avere un padre maschio ed una madre femmina.i diritti individuali non sono assoluti al punto da ritenere un bene disponibili i figli, e gli studi sulle cosiddette famiglie omogenitoriali (che sono artifici creati ad hoc per venire incontro alle richieste dei più svariati soggetti desideranti) e la loro ripercussione sulla psiche dei figli e le loro relazioni sono troppo recenti.per questo i diritti, ma sarebbe più corretto parlare di interessi, individuali è giusto che trovino una restrizione.
2-anche il fatto che una coppia di omosessuali sia uguale ad un'altra coppia è una credenza, che si oppone, ad esempio, alla diversità antropoliga fra uomo e donna, che, mi pare, nessun campo della scienza neghi.
3-il divieto si basa sulla diversità di cui sopra, sugli interessi della società, sulla contrarietà al principio di eguaglianza laddove esso afferma che situazioni diverse non vanno regolate con leggi uguali, sull'indifferenza dello stato rispetto all'erotismo. l'erotismo è un bene giuridico che lo stato deve tutelare e promuovere fra i cittadini? si? ah, ecco perché prodi parlava di felicità!.battute a parte, se si riconosce che l'erotismo ha una utilità sociale di per se, perche allora non legalizazzare la prostituzione, anzi, visto che viviamo in un regime di welfare state, perché non erogare direttamente prestazioni sessuali tramite le usl?
oppure, perchè nopn tutelare altri sentimenti, quali ad esempio, l'amicizia fra i vicini di casa, che sarebbe tanto utile, anche alla luce di recenti fatti di cronaca?
i miei sono paradossi, ma fino ad un cero punto.

per quanto riguarda il ddl bindi-pollastrini, a questo punto è più bindi che pollastrini...

eraclito