Secondo Francesco Paolo Casavola (Il cardinale e la guida della Chiesa nello Stato laico, Il Messaggero, 23 gennaio 2007), presidente del Comitato Nazionale per la Bioetica dal dicembre scorso, Camillo Ruini “non può non essere osservato come una figura storica non solo nel tempo della Chiesa ma anche in quello della società civile. Non foss’altro per i tanti eventi che hanno affollato il tornante tra il Novecento e il nuovo secolo, nonché il lungo pontificato di Giovanni Paolo II, di cui quello di Benedetto XVI gestisce in proprie forme la complessa eredità”. Non è chiaro se il fatto che sia Presidente della Conferenza Episcopale Italiana da oltre un quindicennio e che si approssimi al suo settantaseiesimo compleanno costituiscano ulteriori ragioni. E non è nemmeno proprio chiaro per quale motivo i tanti eventi possano investire Ruini del ruolo di figura storica (in generale e in particolare per la società civile).
Tra un Papa polacco e un Papa tedesco sembra che il fatto di essere italiano costituisca un elemento di per sé rilevante. Che c’entrano le nazionalità? Che merito sarebbe essere italiano o francese? Complice la dissoluzione della Democrazia Cristiana “elettori e rappresentanti di fede cattolica, militando in contrapposti partiti, come potevano essere raggiunti da insegnamenti e direttive della Chiesa?”.
Come? Ecco le soluzioni insoddisfacenti elencate da Casavola:
1. essere lasciati liberi di decidere (come si dice?, secondo coscienza);
2. “essere indotti” ad unificarsi in modo trasversale ai partiti “dando adito al sospetto della formazione di un sotterraneo partito clericale, se non della ricostruzione della vecchia Democrazia Cristiana”;
3. prendere posizione suscitando la “denuncia di ingerenza indebita della Chiesa nella sfera di autonomia di una Repubblica laica e democratica”.
“A Ruini è riuscito di tenere la rotta nel mare agitato della politica italiana senza che si sia potuto dubitare della indipendenza della Chiesa rispetto alle maggioranze o alle minoranze che si sono alternate in Parlamento e al Governo”. Infatti semmai il problema è il servilismo della politica nei confronti della Chiesa (e Casavola, con parole diverse, lo ammette).
“La laicità dello Stato non è in questione quando la Chiesa si assume per quello che è, rappresentativa della società, voce di una parte dei cittadini, che condividono non un culto soltanto, ma un’etica quale quella cristiana, che è fondamento di una cultura, di una visione del mondo, di una rappresentazione della famiglia, di una concezione della persona”.
Ecco, la parola chiave è “una”. Una visione, non la visione (unica assoluta totalitaria). Una visione che non può e non deve essere imposta a tutti. E che uscirebbe anche umiliata da una legge che obbligasse le persone ad abbracciarla. Che valore avrebbe una scelta imposta (oltre ad essere un ossimoro, sarebbe svuotata del suo significato profondo)?
Non c’entra la libertà religiosa, invocata da Casavola: nessuno Stato laico si batte per annullare o per limitare la libertà religiosa. E che il panorama della prolusione di Ruini sia “grande” suscita un sorriso. In questo panorama, secondo Casavola, rientrerebbe anche l’imminente pubblicazione di un libro su Gesù che intende “allargare gli spazi della razionalità” (razionalità?).
In conclusione Ruini è un italiano “al servizio della proposta che la Chiesa universale offre non solo ai credenti, ma a tutti gli uomini di buona volontà nelle società multiculturali del nostro tempo”.
Non è che sarebbe possibile rifiutare il servizio del volenteroso Ruini (e della Chiesa universale) senza correre il rischio di essere accusati di cattiva volontà? Oppure chi rifiuta Ruini (e la Chiesa universale) è automaticamente condannato come facinoroso asociale e agitatore di animi?
martedì 23 gennaio 2007
Ruini è al servizio di tutti gli uomini di buona volontà
Postato da Chiara Lalli alle 15:37
Etichette: Camillo Ruini, Comitato Nazionale per la Bioetica, Francesco Paolo Casavola, Laicità dello Stato
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7 commenti:
Io non ci trovo niente di irrispettoso nel dire che Ruini è una persona che può essere apprezzato anche dai non credenti.
E' un uomo coraggioso e il coraggio è una virtù anche laica.
Marco
Effettivamente ci vuole molto coraggio a rilasciare interviste a giornali e giornalisti ossequiosi e ad ammonire politici privi di autonomia e dignità. Ci vuole anche molto coraggio a guidare un'istituzione che trae profitto dalle tasse dei cittadini italiani. E sì... ci vuole proprio un bel coraggio!
Ci vuole un ENORME coraggio a denigrare omosessuali come fa lui o a demonizzare i contraccettivi.
Ah si, anche un non credente come me apprezza il suo CORAGGIO.
MA PER FAVORE!!!!!!!!!!!
Abbia almeno il coraggio di ammettere che la Chiesa è alla frutta ...
...dimenticavo: le parole di questo terribile e laicista presidente del CNB ci dimostrano come questo povero Paese sia in mano di un governo altrettanto terribile e laicista, che nomina personaggi tanto terribili e laicisti alla guida di istituzioni come il CNB (noto per essere sempre stato occupato da maggioranze terribili e laiciste). Di fronte a tanto terribile laicismo il coraggio di monsignore è veramente grande!
Il sarcasmo non risolve tutti i problemi!
Marco
Neanche il razzismo, la discriminazione, la diffamazione e il negazionismo.
...infatti, il sarcasmo è solo una panacea per chi vede il Paese allo sfascio, preda di superstizione, ignoranza e arroganza. Il vero male è la pappa cattolica e cripto-fascista che ci viene fatta tranguagiare quotidianamente. Qualunque cattolico, conservatore, ateo devoto o come si voglia definire che in Italia provi solo ad accennare un piagnisteo meriterebbe una pena corporale per la sua ipocrisia e menzogna. Siamo un paese dominato dalla bigotteria idiota e tracotante e c'è chi, fra i dominatori, osa anche dire che il pensiero laico è imperante. Ai dominatori resta il sarcasmo, ma le uniche carni ad essere lacerate davvero sono quelle dei vinti.
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