Luca Volontè (Coppie di fatto: Volontè, Prodi vuole cambiare pilastri civili e morali paese, Adnkronos news, 28 gennaio 2007):
Bene la Cei, ma Romano Prodi vuole mantenere la parola, almeno la promessa del 1° marzo scorso ai presidenti di gay e lesbiche. La libertà di coscienza sui temi eticamente sensibili è finita nel cestino, così come dimenticati sono gli impegni sulla centralità della famiglia come definita dalla Costituzione, del discorso parlamentare d’investitura.Chissà perché leggendo le dichiarazioni di Luca Volontè ho spesso la tentazione di rispondere nel più truce dialetto romanesco. Poi la seconda lettura mi riporta alla lingua nazionale. Compiere una analisi ermeneutica e grammaticale degli interventi del nostro, poi, è un esercizio utile per tenere in allenamento il sistema nervoso centrale.
La posizione di Volontè sembra essere la seguente: la tutela giuridica delle coppie di fatto violerebbe la libertà di coscienza. Di chi? Ma soprattutto: come può la libertà di coscienza essere violata da una liberalizzazione? La libertà di coscienza potrebbe essere violata, semmai, da una condizione coercitiva in cui sia ammessa soltanto una scelta (il matrimonio tra un uomo e una donna). Tutte le altre sarebbero mortificate e impedite. Volontè sembra dimenticare che la libertà di compiere x non costringe nessuno a compiere x. Come nel caso del divorzio e dell’aborto (tanto per parlare di temi cari a Volontè), la loro liberalizzazione non obbliga nessuno a divorziare o ad abortire. Lascia la libertà di farlo a chi lo decide. E la libertà di coscienza di chi la pensa diversamente è salva. Perché non si è costretti, appunto, e perché non si è nemmeno costretti a essere complici (l’obiezione di coscienza).
Forse Volontè ha scambiato la libertà di coscienza con l’imposizione di quanto la sua coscienza gli suggerisce. Una Italia modellata dalla coscienza di Volontè sarebbe quantomeno temibile.
1 commento:
Più che temibile sarebbe terribile....:-)))
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