sabato 23 dicembre 2006

“Renatino” e Piergiorgio Welby

Il Vicariato di Roma ha negato l’autorizzazione ai funerali religiosi per Piero Welby. Come la moglie Mina ha raccontato ieri mattina, Piero era laico e sui funerali le ha detto “fai quello che preferisci”.
Mina avrebbe voluto funerali religiosi, anche per esaudire i desideri della madre di Piero e della famiglia, di tradizione cattolica. E così ha chiesto a Don Giovanni Nonne, della parrocchia Don Bosco, di poter celebrare i funerali nel luogo dove Piero era vissuto.
Ma il Vicariato ha detto no, nessuna celebrazione, perché “a differenza dai casi di suicidio nei quali si presume la mancanza delle condizioni di piena avvertenza e deliberato consenso, era nota, in quanto ripetutamente e pubblicamente affermata, la volontà del Dott. Welby di porre fine alla propria vita, ciò che contrasta con la dottrina cattolica”.
Ai peccatori non si concede assoluzione. Non ai peccatori ostinati. Sarebbe bastata una parola di Welby, una richiesta di perdono sul letto di morte, e le porte del paradiso gli sarebbero state spalancate.
L’intervento del Vicariato nella celebrazione di un funerale rievoca una vicenda a dir poco imbarazzante: la tumulazione di Enrico De Pedis, detto “Renatino”, sepolto in stile cardinalizio nella Basilica di Sant’Apollinare, con l’autorizzazione dell’allora Vicario di Roma, Ugo Poletti.
Ucciso nel 1990 a Roma, “Renatino” era uno dei boss della Banda della Magliana, una delle facce più oscure della recente storia del nostro Paese, circondata ancora dal mistero e grondante di sangue, legata a numerose organizzazioni criminali e responsabile di omicidi, rapine, sequestri.
Nel 2005 una trasmissione televisiva aveva rivelato i retroscena della sepoltura di “Renatino” e dei possibili collegamenti con uno dei più celebri misteri italiani: la scomparsa di Emanuela Orlandi, inghiottita dal nulla nel 1983.
Numerose le proteste dei cattolici. E immediata la risposta del Vicariato: non ci sono gli estremi per un’estumulazione dei resti del bandito. Tanto più che a perorare la soluzione dell’inumazione a Sant’Apollinare era stato Piero Vergari, rettore della Basilica, che sottolineava le molte “offerte” che il boss aveva fatto in vita e quelle che la famiglia prometteva di fare in futuro per la salvezza della sua anima.
Se solo Welby avesse fatto qualche offerta...

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Sarebbe ora che i credenti capissero in che associazione si trovano...
Grazie per questo articolo.

Anonimo ha detto...

Se persino i miei genitori e la mia nonna materna, da sempre cattolici, arrivano a usare il termine "schifoso" in relazione a comportamenti come questi un motivo ci sarà :)

Anonimo ha detto...

I cattolici si rifanno a delle regole, che se vengono violate comportano l'esclusione dai sacramenti. E' sufficiente scegliere da che parte stare. Perchè poi ironizzare sulla richiesta di perdono, anche se compiuta all'ultimo momento?

Marco

Anonimo ha detto...

Effettivamente i cattolici si rifanno a delle regole. Niente da dire, se non che, a rigor di logica la messa ad un morto non serve a niente, perché se esiste Dio è onnisciente e non ha bisogno di preghiere da parte di altri per giudicare se merita o meno il paradiso. Ma sappiamo a che/chi servono le indulgenze o le messe in onore dei defunti (ed infatti i funerali religiosi i protestanti non li hanno).
Ma se anche fossero utili a qualche cosa, chi si credono di essere i prelati per giudicare? Non c'era qualcuno un po' più autorevole di loro che ha detto di non giudicare per non essere giudicati? E se Welby fosse stato insano di mente? Come fanno a giudicare le sue condizioni di salute da delle dichiarazioni ascoltate in TV? E se all'ultimo momento avesse deciso di non morire e fosse stato sedato lo stesso contro la sua volontà? Così negherebbero i funerali religiosi a qualcuno che magari è stato "ucciso" oppure che non era sano di mente.
Purtroppo le loro certezze sono la nostra rovina...

Piero

nullo ha detto...

non dobbiamo ne sorprenderci ne rattristarci del rifiuto da parte del vicariato. quella di welby era una lotta aperta alle istituzioni clericali, e loro cosi rispondono. il conflitto c'è e c'è sempre stato, ed è anche meglio che la chiesa venga fuori con queste prese di posizione necessarie, ma allo stesso tempo imbarazzanti e crudeli

il vero scandalo, chiaramente, è che lo stato, tra welby e la chiesa, sceglie la chiesa

Spiccato ha detto...

tto@gmail.com

Spiccato ha detto...

Posso ricordare che al funerale del suicida Raul Gardini il cardinal Tonini si strappava le vesti e i preti tutti singhiozzavano commossi?
Allora, le regole di cui parlate alle quali "si rifanno i cattolici", devo credere che valgano solo per i poveracci, ma per un Gardini no?
Non parlate di coerenza, per cortesia...
Otto

Marval ha detto...

Da non cattolico vorrei solo "ricordare" ai tantissimi ipocriti ecclesiasti ciò che disse Cristo sulla Croce:
"Dio, perdona loro perchè non sanno quel che fanno!"

Anonimo ha detto...

avete visto ogg, 12/07/2007 i funerali religiosi, in chiesa, dell'avvocato Bovio.
Sempre di suicidio si tratta, come quello di Welby.
C'è chi può esprimere un parere logico che possa farci capire qual'è la differenza che ha consigliato le autorità vaticane a considerare il caso Welby diverso da quello di Bovio e da tutti gli altri casi, avvenuti in precedenza, di suicidi che hanno goduto di normali funerali religiosi?
utti i giorni appaiono sui giornali e in televisione eminenti rappresentanti del clero che ci spiegano come vivere e cosa non fare per meritarci la salvezza.
Sono d'accordo. E il loro mestiere.
Forse hanno troppo potere rispetto a chiunque altro e poossono perciò convincere meglio, parlando e spesso straparlando.
Perchè tacciono e non spiegano a tutti coloro che sono indignati dai mancati funerali di Welby il perchè li hanno concessi a cani e porci?