Dopo un gruppo italiano, che era riuscito nell’impresa pochi mesi fa, anche ricercatori del Children’s Hospital di Boston sono riusciti a far dividere in più cellule un ovulo non fecondato di topo, per partenogenesi; inoltre, per la prima volta, il processo ha permesso di ottenere cellule staminali embrionali, perfettamente compatibili con i tessuti della donatrice dell’ovocita (Heidi Nicholl, «Mouse stem cells from single egg», BioNews, 18 dicembre 2006; per i dettagli della tecnica vd. il nostro post del 2 luglio, «E la vergine (non?) partorirà un figlio»). La procedura sembra molto più efficiente del trasferimento nucleare (o clonazione terapeutica), l’unica altra tecnica esistente che permette di ottenere lo stesso risultato finale; ma presenta – se si riuscirà a farla funzionare anche con cellule umane – alcuni problemi particolari, come la limitazione a donne in età fertile (ovvero in grado di produrre ovociti).
giovedì 21 dicembre 2006
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