Ersilio Tonini ci illumina sulle ragioni del gran rifiuto (Tonini: ‘No alla strumentalizzazione della morte’, Quotidiano.net, 24 dicembre 2006):
La Chiesa è madre e lo è con tutti. Purtroppo però in questo caso ha dovuto mostrarsi ferma: c’è stata una strumentalizzazione della sofferenza di quest’uomo e della sua morte, un can can mediatico per dire ‘abbiamo ragione noi’.Non ho capito. Ci sarebbe stata una strumentalizzazione da parte di terzi della sofferenza di Welby (e non di Welby su di sé)? Qualcuno avrebbe strumentalizzato la sofferenza di Welby per ottenere una vittoria politica e mediatica e egoista. Il suo corpo come campo di battaglia.
Pertanto: non sarebbe stata una ragione in più per offrire misericordia al povero strumentalizzato (non entro nel merito della questione strumentalizzazione, rimango in punta di piedi sul nesso causale tra la strumentalizzazione e il rifiuto)? Perché prendersela con Welby che altro non era che vittima di quella strumentalizzazione condannata da Tonini?
Strumentalizzato in vita, Welby è rifiutato in morte.
Al più bisognava negare i funerali cattolici agli strumentalizzatori. Un anatema a futura memoria. Un lucchetto alla porta del paradiso.
Oppure questo rifiuto voleva vendicarsi nei confronti di quanti avevano chiesto i funerali cattolici? Già la vendetta non sarebbe proprio materna, ma poi prendersela con uno per punire altri non è da gentiluomini. La vendetta trasversale è da mafiosi.
(A chiedere i funerali sono stati Mina e i familiari di Piergiorgio; e sono loro la parte offesa in questa storia. Chi non è credente, è evidente, se ne sbatte di croci crocette e benedizioni. E pure chi è morto ha perso interesse al riguardo. La questione immonda è che la chiesa si manifesta ferma come un ubriaco nel tentativo di aprire la porta della propria casa.)
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