Post molto intelligente di Alexis su Retorica e logica («Le tenebre dell’intelligenza e della cultura», 21 dicembre 2006), che commenta così la dichiarazione su Welby dell’On. Capogruppo Luca Volontè (nei confronti del quale, per inciso, consiglio vivamente di intraprendere le stesse misure adottate da Malvino):
Eccovi un esponente di spicco dell’autentica estrema destra italiana, senza la quale la CDL, al di là delle formule nominalistiche, è sicuramente assai più “centrista e liberale”, non un semplice energumeno, ma un vero proprio “bestione vichiano”, le cui doti intellettuali e culturali ho avuto modo di apprezzare nel tempo: pensate che dichiara di ispirarsi al cattolicesimo liberale... povero Bastiat, viene da dire. Dunque, il medico Riccio dovrebbe essere arrestato per aver aderito alla richiesta di un maggiorenne capace di intendere e di volere di interrompere una terapia previa forte sedazione, la quale richiesta altro non è che l’esercizio di un diritto soggettivo, come tale riconosciuto dalla Procura di Roma e, em... emm... persino dal giudice Angela Salvo (bontà sua) che ha solo rigettato l’azione tendente ad ottenere un titolo esecutivo nei confronti dei medici curanti, per ritenuta carenza di giustiziabilità in concreto, a causa della mancanza di norme legislative di dettaglio – scelta discutibile, in linea con una visione arcaica del diritto italiano, risalente agli anni 50, quando taluni ritenevano che nessuna norma costituzionale fosse self-executive, immediatamente precettiva, e capace di attribuire diritti valevoli nei rapporti interprivati, ma solo di costituire un vincolo a carico del legislatore ordinario: così si spiega il buffo riconoscimento solo teorico del diritto a rifiutare, e quindi a interrompere cure mediche – in questo caso una terapia meccanica – subito liquidato come non concretamente giustiziabile in mancanza di norme legislative di esecuzione costituzionale: orientamento pilatesco e statalista affetto dall’ossessivo bisogno di norme legislative di fonte parlamentare – ma la stessa Salvo, lo ripeto, ha dichiarato tale diritto perfettamente sussistente nel nostro ordinamento. Al contrario, si può dire che finalmente è cessato lo scandalo di un paziente che, impossibilitato a sottrarsi a cure indesiderate, a differenza di chiunque di noi, ad esempio con il semplice abbandono di una sede ospedaliera anche senza il consenso dei medici curanti, come spesso avviene, è stato sottoposto a trattamento sanitario de facto obbligatorio, senza base legale, in spregio dei suoi diritti individuali e di un preciso disposto della Costituzione, fatto che astrattamente configurerebbe addirittura il reato di violenza privata. La procura di Roma farà forse un’ indagine conoscitiva per stabilire la precisa meccanica degli eventi, ma escludo che possa incriminare chicchessia avendo riconosciuto il diritto di interrompere una terapia indesiderata: forse l’energumeno di cui sopra si riferiva alle guardie svizzere...Da leggere anche il resto.
Taccio dello squallido universo mentale dell’altro corno dell’illiberalismo cattolico, il desolante ministro catto-comunista della sanità L. Turco, che non ha trovato di meglio che rivolgersi ad un ente burocratico per definire un concetto oggettivo di accanimento terapeutico senza mai esser sfiorata, anche nei dibattiti televisivi, dall’illuminazione della primazia della volontà del paziente , visto che il concetto di accanimento può venire in rilievo al massimo solo nei casi di totale incoscienza o incapacità del soggetto sulla cui vita bisogna decidere – altrimenti, paradossalmente, bisognerebbe in base ad un paramentro oggettivo staccare le macchine anche ad una persona che non lo desidera perché vuole vivere fino all’ultimo istante?
Aggiornamento: Inyqua ha seguito con convinzione l’esempio di Malvino.
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