Dal Gazzettino on line, «Ad ogni prete un “monte” assoluzioni» (via Sagredo):
Assoluzioni sì, ma a numero chiuso. Circa una manciata per sacerdote. Il prelato, di fronte al “mea culpa” di una donna che ha interrotto volontariamente la gravidanza, verificatone il pentimento può invocare su di lei il perdono divino. Ma per evitare che il peccato d’aborto sia percepito dalla penitente come facilmente condonabile, da decenni la Diocesi di Padova ha adottato un metodo che sottolinea lo sbaglio.
Perdono concesso, però non basta essere sentitamente pentiti. È necessario che, per rimettere la scomunica che colpisce le donne con un aborto alle spalle, ci si rivolga ad un sacerdote che dispone di un numero congruo della cosiddetta “quota-casi”, dell’ordine delle unità e variabile da prete a prete, a seconda della quantità dei fedeli o della densità abitativa della parrocchia di competenza. Se il limite viene travalicato, il religioso deve recarsi dal vescovo o dal vicario generale della Diocesi per farsi “ricaricare” la sorta di bonus-assoluzione.
«Un prete non può assolvere tutti i tipi di peccato – chiarisce don Renzo Pegoraro, presidente della Fondazione Lanza e del Comitato di Bioetica dell’Azienda ospedaliera di Padova, nonchè dell’analogo organismo attivo in seno all’Istituto oncologico veneto. Per le colpe più gravi, e tra queste rientra l’aborto, le possibilità di autonomia sono limitate: se si supera un determinato numero, solitamente molto basso, c’è bisogno di uno speciale placet emesso dal vescovo. Insomma, i peccati gravi non li possono rimettere tutti e non dimentichiamolo: l’assoluzione non è un gesto che cancella immediatamente la colpa, si tratta sempre di un cammino, di un percorso di fede». Un iter che però potrebbe ingarbugliarsi. Se si è fortunati e si rientra tra i pochissimi, la strada del perdono si accorcia. Altrimenti si deve percorrere una via più lunga: il rischio è essere rimandati di qualche giorno, tempo di ottenere nuove disposizioni dall’alto, o di essere spediti da un altro sacerdote, che conserva ancora “permessi” inutilizzati.
3 commenti:
Questa è veramente splendida. Già immagino sui confessionali il contatore elettronico tipo ai parcheggi, "aborti perdonabili: 12"
La domanda nasce sponatena, oltre che a Lubrano, anche alle menti senzadio: quei "pochissimi fortunati" sono decisi in base all'ordine d'arrivo, all'intensità del pentimento, alla cospicuità dell'offerta che rilasceranno... a che?
«First come, first served», suppongo...
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