Sopratitolo: Due noti studiosi, un giurista e una storica, rispondono al filosofo Emanuele Severino che l’ha definita invenzione della Chiesa.
Titolo: Ma quant’è antica la famiglia, Avvenire, 17 febbrario 2007
Sottotitolo: Francesco Paolo Casavola, «Un modello non creato, ma benedetto dal cristianesimo».
(Domanda) Quale il rischio nel riconoscere giuridicamente forme alternative alla famiglia tradizionale?L’altra nota studiosa è Marta Sordi. Per chi fosse distratto il primo noto studioso è anche Presidente del Comitato Nazionale per la Bioetica. Aspettiamo con fiducia i primi pareri (e la domanda incresciosa è: sentiremo la mancanza di Francesco D’Agostino?).
(Risposta) «Il rischio è quello che si sta delineando nelle polemiche di questi giorni: cioè che nasca un gruppo tessuto da relazioni di genitorialità, di filialità e di fraternità, però non fondato sul matrimonio. L’“unione” è un termine che riguarda la relazione tra due persone, però se dall’unione di due persone di sesso diverso nasce una prole, allora quella non è più un’unione, ma è un gruppo. Questo gruppo non è fondato sul matrimonio, quindi nasce un organismo para-familiare, in qualche modo simmetrico, però diverso nel suo fondamento dal modello costituzionale. Da qui il problema di un’incompatibilità con la Costituzione che va risolta».
Nessun commento:
Posta un commento