giovedì 15 febbraio 2007

Un uomo non indispensabile

Rocco Buttiglione interviene ad un convegno di Forza Italia sul testamento biologico (Testamento biologico: Buttiglione, legge non indispensabile, 13 febbraio 2007):

Non abbiamo il dovere di fare una legge sul testamento biologico, perché una legge non è indispensabile: se ci sono le condizioni per fare una buona legge, bene, altrimenti è meglio non averne alcuna.
[…] Una legge non è indispensabile ed in realtà è più voluta da magistrati e medici, per non assumersi troppe responsabilità, che dai pazienti stessi. [Tuttavia medici e magistrati] dovranno sempre pronunciarsi in ultima analisi su casi di questo tipo.
[Il testamento biologico] non può essere uno strumento per legittimare l’eutanasia e questa non può passare subdolamente attraverso di esso.
Interessante che la volontà del paziente non attiri per nulla l’attenzione di Buttiglione.
Poi ha detto che bisogna parlare di tre casi limite.
[…] Penso sia ad esempio lecito somministrare antidolorifici anche se questi possono ridurre la vita del paziente, così come è lecito non attuare tutte le terapie se queste possono portare benefici solo limitati al malato, ma è invece inaccettabile privare un paziente di cibo o acqua.
[È necessario] costruire una politica che allevi il disagio degli anziani, perché spesso la domanda di eutanasia è legata a queste realtà, mentre anche nei pochi Paesi dove l’eutanasia è prevista, la si sta rimettendo in discussione, a partire dall’Olanda.
Sono entusiasmanti i casi limite di Buttiglione:

1. Liceità di somministrare antidolorifici anche se questi possono ridurre la vita del paziente (però il dolore arricchisce l’anima umana, forse non è tanto lecito somministrare antidolorifici).
2. Liceità di non attuare tutte le terapie se queste possono portare benefici solo limitati al malato (però tentare si deve, e poi sono pur sempre benefici).
3. Non liceità di privare un paziente di cibo o acqua (un panino e una coca non si negano a nessuno).

Il disagio degli anziani non ho ben capito se possa costituire il quarto caso limite. Sicuramente è un caso limite la capacità argomentativa di Buttiglione.
E poi, avete sentito? Anche l’Olanda rimette in discussione l’eutanasia! È o non è uno scoop?

(Fotocomposizione di Alessandro Capriccioli)

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Per quanto le mie opinioni siano generalmente poco vicine a quelle di Rocco Buttiglione, su alcune questioni che solleva credo valga la pena riflettere bene.
Quando parla di necessità di fare una buona legge anche a costo di non farne alcuna credo si riferisca proprio alla difficoltà di tenere in conto della reale volontà del paziente (maturata in un contesto di lucidità, indipendenza di giudizio e piena informazione sulle conseguenze), la possibilità che questa volontà cambi con il passare del tempo e con l'evolvere della tecnica medica.
A riguardo segnalo la registrazione di un incontro promosso da MicroMega e tenutosi meno di un mese fa, in cui tra gli altri interviene lo stesso Buttiglione.
Si trova sul sito di Radio Radicale:
http://www.radioradicale.it/schede/view/id=216115/leutanasia-e-un-diritto-civile

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo con Mistergu. Il testamento biologico è pericoloso, perché consegna la vita del paziente a un pezzo di carta. E se cambia idea? E se la tecnologia (che voi tanto apprezzate) offre altre terapie?
E poi la malattia rende la capacità di decidere incerta. Penso che la prudenza è necessaria e che non si deve giocare sulla pelle dei malati.

Marco

Anonimo ha detto...

"Una legge non è indispensabile: se ci sono le condizioni per fare una buona legge bene, altrimenti è meglio non averne alcuna". Pienamente e, paradossalmente, d'accordo con l'amico Buttiglione: senza l'obbrobrio della legge 40 ci saremmo risparmiati la vergogna di migliaia di coppie italiane con problemi di sterilità costrette ai viaggi della speranza all'estero per potere usufruire delle migliori terapie disponibili. Migliaia di coppie che sicuramente avrebbero preferito "non avere alcuna legge" piuttosto che ritrovarsi con questo sozzo, lurido elenco di divieti (cinquantatrè in diciotto articoli) partorito al solo scopo di dissuaderle per quanto possibile dal ricorrere alle metodiche di procreazione assistita, ed il tutto, si badi bene, in nome della difesa della vita...

"La possibilità che questa volontà cambi con il passare del tempo".
Mai pensato veramente che se questa volontà cambia, si possono anche cambiare o annullare le proprie disposizioni testamentarie? Davvero nessun pasdaran cattolico, dall'alto delle sue (presunte) buone intenzioni ci ha mai pensato?...

"L'evolvere della tecnica medica".
In un rapporto medico-paziente, esiste anche il medico, che oltre a proporre delle cure ed a praticarle (con il consenso del paziente), informa il paziente della sua situazione e delle prospettive che gli si offrono sulla base delle terapie disponibili al momento, non delle terapie futuribili eventualmente disponibili nel corso dei prossimi decenni. Perchè non è possibile dire ad un paziente ammalato di SLA o di altre patologie neurologiche degenerative, attualmente senza cura e senza prospettive, che deve tenere duro perchè fra un periodo X la ricerca sulle staminali potrà fornirgli nuove possibilità terapeutiche. Sopratutto non è possibile fargli questo discorso quando si invoca la ricerca solo a fini strumentali, come in questo caso, per poi dimostrarsi prontissimi a demonizzare la ricerca stessa. Perchè, incidentalmente, chi apprezza il lavoro ed i risultati ottenuti dalla ricerca si batte, sempre e comunque, senza se e senza ma, perchè non vengano frapposti ostacoli pretestuosi al cammino della ricerca stessa, ostacoli partoriti da menti deviate che pongono discutibili concetti di stampo teocratico al centro del loro modo di intendere la vita (propria e, purtroppo, anche degli altri)...

"Il testamento biologico è pericoloso, perché consegna la vita del paziente a un pezzo di carta".
E' certamente meno pericoloso affidarsi ad un "pezzo di carta" scritto e siglato di nostra spontanea volontà che non alle imposizioni di chi vuole a tutti i costi allinearci alla sua personalissima e non richiesta concezione di moralità...

"Non si deve giocare sulla pelle dei malati".
Pienamente d'accordo: i cattolici integralisti devono smetterla di giocare sulla pelle dei malati. Nessuno li priverà mai del loro voluttuoso carico di sofferenze inviatogli direttamete dal loro dio, e saranno sempre liberi, in caso di malattie incurabili, di continuare ad agonizzare fino al loro estremo rantolo. Per quanto ci riguarda, preferiamo la certeza di avere la possibilità di una scelta libera, autonoma e dignitosa nell'eventualità di doverci trovare alle prese con una patologia incurabile.