venerdì 2 febbraio 2007

Debita ingerenza della Chiesa nell’attività legislativa

Il Consiglio Episcopale Permanente riunito a Roma dal 22 al 25 gennaio 2007 ha prodotto un documento finale imperdibile.
Riporto la parte sui Pacs e sulle direttive anticipate di trattamento. Ma è interamente degno di lettura.

Di fronte alle accuse di indebita ingerenza nell’attività legislativa, anche per ciò che concerne il riconoscimento giuridico delle unione di fatto, i vescovi ricordano che al riguardo la Chiesa non può rimanere indifferente e silenziosa ma ha il dovere di proclamare la verità sull’uomo e sul suo destino. A questo proposito, i vescovi hanno riaffermato che alla famiglia fondata sul matrimonio monogamico tra persone di sesso diverso “non possono essere equiparate in alcun modo altre forme di convivenza, né queste possono ricevere in quanto tali riconoscimento legale”. Inoltre hanno chiesto ai responsabili della cosa pubblica un maggiore sostegno alla famiglia legittima fondata sul matrimonio, in accordo con il dettato costituzionale, attraverso la rimozione degli ostacoli di ordine pratico, giuridico e fiscale che allontano i giovani dal matrimonio e dalla generazione di figli.
Quanto alle convivenze eterosessuali, è stato ribadito che la protezione dei loro diritti può essere assicurata dall’attuale giurisprudenza. “Per ulteriori aspetti che potessero aver bisogno di una protezione giuridica esiste anzitutto – ha ribadito il Cardinale Presidente, confortato dal consenso dei membri del Consiglio – la strada del diritto comune, assai ampia e adattabile alle diverse situazioni, e a eventuali lacune o difficoltà si potrebbe porre rimedio attraverso modifiche del codice civile, rimanendo comunque nell’ambito dei diritti e dei doveri della persona. Non vi è quindi motivo di creare un modello legislativamente precostituito, che inevitabilmente configurerebbe qualcosa di simile a un matrimonio, dove ai diritti non corrisponderebbero uguali doveri: sarebbe questa la strada sicura per rendere più difficile la formazione di famiglie autentiche, con gravissimo danno delle persone, a cominciare dai figli, e della società italiana”. Rimane, comunque, alta la preoccupazione pastorale dei vescovi per lo sfondo culturale in cui viene condotto tale dibattito: molti giovani di oggi avvertono una grande difficoltà nel compiere scelte definitive e, soprattutto, sperimentano una crescente perdita di orientamento e una radicale insicurezza circa il futuro, a cui si aggiunge, in riferimento al riconoscimento legale dell’unioni omosessuali, la perdita di “ogni rilevanza alla mascolinità e alla femminilità della persona umana”.
Per ciò che riguarda la cosiddetta “dichiarazione anticipata di trattamento” i vescovi hanno, infine, ribadito il loro rifiuto dell’eutanasia come anche dell’accanimento terapeutico che però, ovviamente, non può giungere a legittimare forme più o meno mascherate di eutanasia e in particolare quell’“abbandono terapeutico” che priva il paziente del necessario sostegno vitale attraverso l’alimentazione e l’idratazione.

3 commenti:

Catone il censore ha detto...

La Chiesa ha il dovere di proclamare la verità sull’uomo e sul suo destino...
ma stiamo scherzando?!

Anonimo ha detto...

...cosa siamo, una teocrazia?

Per chi non è cattolico deve valere "la verità sull'uomo" dei cattolici? Per quale motivo?

Thor, prestami il martello...

Anonimo ha detto...

le autorità cattoliche sanno di avere dalla loro la Costituzione del ’48, e ne traggono conseguenze precise. In parte conoscono la geografia parlamentare e il peso che le loro opinioni hanno anche nella maggioranza di centrosinistra, dunque si sentono più forti che in Spagna o in Francia o altrove in Europa. Inoltre la chiesa italiana esce dalla sanzione referendaria di un suo lavoro strategico sui temi etici, e si conforma a quel modello civile di intervento. Questo fa capire molto ma non tutto. Ci dev’essere qualcosa di più e di diverso per spiegare il fenomeno dell’intransigenza etica ruiniana e ratzingeriana nel campo di battaglia italiano. Forse questo paese, dove i vescovi hanno i mezzi per farsi sentire e lavorano sulla scia di una battaglia vinta, è il laboratorio o il terreno di incubazione di una controffensiva generale sui grandi temi globali del neosecolarismo come ideologia guida dell’occidente

fogliante anonimo