mercoledì 28 febbraio 2007

Si ripara quello che è rotto

Nel sito CulturaCattolica.it è possibile leggere una intervista che sembra venuta fuori da un altro mondo (quello in cui non vorrei vivere). Riporto alcune domande particolarmente significative, sforzandomi di commentare qua e là (ma confesso che la reazione più invadente è di un attonito silenzio). I corsivi sono miei.
Omosessualità & normalità. Colloquio con Joseph Nicolosi.
Sottotitolo: L’omosessualità è un sintomo di un problema emotivo e rappresenta bisogni emotivi insoddisfatti dall’infanzia, specialmente nella relazione con il genitore dello stesso sesso.

L’omosessualità è ‘normale’? E cosa è ‘normale’?

Io non penso che l’omosessualità sia normale. La popolazione omosessuale è circa il 2%, 1,5-2%. Perciò statisticamente non è ‘normale’ nel senso che è molto diffusa. Oltre a questo, non è nemmeno normale in termini di natural design (nota: Il termine design, difficilmente traducibile, può essere reso con scopo, progetto, modello. Si tratta del concetto tomista di ‘natura’: è l’essenza in relazione alla funzione o attività della cosa). Quando parliamo di legge naturale, e della funzione del corpo umano... quando guardiamo alla funzione del corpo umano, l’omosessualità non è normale. È un sintomo di qualche disordine. La normalità è ciò che adempie ad una funzione in conformità al proprio design; questo è il concetto di legge naturale – e in questo senso l’omosessualità non può essere normale, perché l’anatomia di due uomini, i corpi di due uomini, o due donne, non sono compatibili.
(Il DSM IV ha eliminato l’omosessualità dall’elenco delle patologie.)
Il movimento gay è un movimento per i diritti umani?

Da un certo punto di vista lo è, è un movimento per i diritti umani, o per i diritti civili, perché tutte le persone, non importa quale sia il loro orientamento sessuale, devono godere dei loro diritti civili – comunque questo non significa che la società debba ridefinire il matrimonio; questo è un altro argomento e va oltre lo scopo di questa conversazione.
Noi crediamo che molti attivisti gay hanno usato la questione dei diritti civili o delle libertà civili come un modo per opprimere persone che stanno cercando di cambiare, persone che stanno cercando di uscire dall’omosessualità. C’è una intera popolazione di individui che sono uscite o che stanno uscendo dall’omosessualità, e questo fatto è una minaccia per gli attivisti gay, e gli attivisti gay stanno tentando di sopprimere e far passare sotto silenzio questo punto di vista, questa popolazione.
(Accogliendo l’indicazione di Leilani suggerisco di ascoltare le dichiarazioni di Robert Spitzer, professore di Psichiatria della Columbia University. Interessante, solo per fare un esempio, sulla terapia riparativa qui.)
I ricercatori dicono che gli omosessuali soffrono molto. La causa di questa sofferenza è l’omosessualità o l’omofobia sociale?

Noi crediamo che ci sia della sofferenza per le persone omosessualmente orientate nella società, perché la cultura gay è minoritaria in questa società e perché gli obiettivi sociali del movimento gay costituiscono una minaccia per il corpo sociale perché i gay vogliono ridefinire il matrimonio, la natura della genitorialità, e la norma sociale fondamentale circa il sesso e il genere, perciò la società ha resistito alla normalizzazione dell’omosessualità e alla visibilità dei gay. E riconosciamo che questo sia difficile per le persone che si identificano come gay.

Comunque, ciò di cui non si parla è il disordine intrinseco nella condizione omosessuale. Noi crediamo che l’omosessualità sia intrinsecamente disordinata (nota: Cfr. ‘Occorre invece precisare che la particolare inclinazione della persona omosessuale, benché non sia in sé peccato, costituisce tuttavia una tendenza, più o meno forte, verso un comportamento intrinsecamente cattivo dal punto di vista morale. Per questo motivo l’inclinazione stessa dev’essere considerata come oggettivamente disordinata’, Congregazione per la Dottrina della Fede, Lettera ai vescovi della Chiesa cattolica sulla cura pastorale delle persone omosessuali, § 3, 01/10/1986.), e contraria alla vera identità dell’individuo; e molti dei sintomi dei quali soffrono le persone gay e lesbiche non sono causate dall’omofobia sociale ma perché la condizione stessa è contraria alla loro vera natura.

Moltissimi studi mostrano che gli omosessuali sono più infelici, depressi, predisposti a tentativi di suicidio, hanno relazioni povere, sono incapaci di sostenere relazioni a lungo termine, hanno comportamenti autolesionistici e disadattati. Ma non si può semplicemente dire che tutto ciò sia causato dall’omofobia della società. In parte lo è; ma io credo che la maggior parte della sofferenza sia dovuta alla natura disordinata della stessa omosessualità – perché contrasta la nostra natura umana.
(Ancora grazie a Leilani: Narth, Love in Action; molto istruttivo.)
Cos’è la terapia riparativa?

La terapia riparativa è un particolare tipo di psicoterapia che è applicata agli individui che vogliono superare la loro attrazione omosessuale. È una terapia particolare che guarda alle origini e alle cause di questa condizione, che aiuta il cliente a comprendersi, insegnandogli a capire cosa è successo nella sua infanzia, a capire gli eventi particolari che gli sono accaduti, specialmente nei termini delle relazioni con sua madre e suo padre, e ad andare oltre a tutto ciò... a sostenere il cliente nel creare quelle nuove relazioni che sono sane, che sono benefiche, e che compensano il vuoto emotivo che si è creato nel suo sviluppo.

La terapia riparativa studia davvero a fondo le tecniche che sono più efficaci nel diminuire l’omosessualità di una persona e a sviluppare il suo potenziale eterosessuale.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Innanzitutto grazie per essertene occupata, stavo cominciando a cadere nello sconforto :)

Visto che anche Licia Colò (...) è riuscita ad infilare la terapia riparativa nella sua trasmissione, butto dentro qualche altra informazione.

Qui la testimonianza di un ex paziente di Nicolosi:

http://www.youtube.com/watch?v=PDn7cEgxvtg

Quanto ai dottori Spitzer non è l'unico... ecco altri che hanno reagito alle distorsioni di Dobson e altri:

la dottoressa Carol Gilligan
http://www.youtube.com/watch?v=9NHdSVknB5Q

la dottoressa Judith Stacey
http://www.youtube.com/watch?v=gaCCe9XVSRo

il dottor Kyle Pruett
http://www.youtube.com/watch?v=KPuTQAoO7qo

eppure la gente continua ad accettare passivamente le balle dei propagandisti.

Oh, e la Narth ora è gestita dalla comunità mormone: http://wthrockmorton.com/2006/11/22/narth-news/

... so much for "the lay perspective" uh?

Chiara Lalli ha detto...

Grazie a te per tutte le indicazioni.
Ho appena ricevuto il comunicato stampa del circolo Mario Mieli sulla vicenda Colò, e sto per postarlo.
Ho esaurito le parole per esprimere il mio disgusto.

Fry Simpson ha detto...

Dai un'occhiata ai video di
http://www.genitoricattolici.net/

in particolare quelli dell'esimio psichiatra prof. Simone Morabito che fa ascoltare nientemeno che "urla demoniache".

Ci sarebbe da ridere, se non ci fosse da piangere per il fatto che gli sia consentito esercitare la professione di psichiatra. :-(

Anonimo ha detto...

Non c'entra molto con l'argomento, però è proprio vero che la gente continua a dar retta ai propagandisti invece di cercare la verità, e succede in tutti i sensi. Per fortuna però le "false predicazioni" durano poco e finiscono nel dimenticatoio, basta non dargli troppo peso. E questo accade sia pro che contro la cbiesa.

Anonimo ha detto...

Quello che non capisco è proprio come sia possibile consentire a questi personaggi di esercitare la professione di psichiatra o di psicoterapeuta.
Avevo letto l'articolo sulla Stampa del tizio "guarito" dai preti, ma pensavo che si trattasse solo di una cosa "da preti", non credevo che in altri casi fossero coinvolti dei medici.
Io non me ne intendo tanto, so solo che a volte gli psichiatri/psicoterapeuti finiscono per rovinare la vita ai "pazienti" anziché aiutarli, però mi pare strano che non ci sia un modo per impedire a questa gente di esercitare la professione...

Anonimo ha detto...

al rogo! al rogo!

gaya inquisizione

Elio ha detto...

Mi trovo in pieno accordo con le risposte dell'intervista:

La natura è palese di fornte agli occhi di tutti, chi la nega è un folle...

Chiarito questo i diritti civili, il non essere discriminati è anche giusto, così come il non essere sottoposti a cure non volute.

Ciascuno faccia quello che vuole, ma il Cristianesimo fondato da Dio per mezzo di Gesù non si tocca e non può essere modellato secondo le voglie perverse di chi che sia.

La natura che Dio ci ha dato dev'essere rispettata. La bioetica, intesa come erdudito escamotage per giustificare i propri comodi, non ha neinte a che fare con le norme apodittiche del diritto divino e naturale.

Direi che è anche uin pò esagerato l'ultimo commento... Non serve il rogo, solo dialogo...

jano ha detto...

Interessante Elio che commenta partendo dal presupposto che il Cristianesimo sia la vera e autentica interpretazione della volontà di un Dio indimostrato.
Non potrebbe essere che il Cristianesimo stesso sia invece una sorta di perversa modellizzazione costrittiva di una natura molto più libera di quanto i cristiani non vogliono credere?